Elezioni del consiglio dell’ordine degli ingegneri di Napoli. Tutto era stato già previsto dalla lista Ingegneri   Indipendenti di Napoli - Patto per il Futuro, grazie anche alla scarsa affluenza e alle vecchie regole di voto.

L'Ing. Basile Nicola capolista e fondatore della lista insieme a all'ing. Di Girolamo Domenico alla prima esperienza di candidatura traccia una attenta analisi del voto : “ Oltre 10mila colleghi, pari all’80%, non sono andati a votare, solo un ingegnere su cinque, moltissimi colleghi hanno disertato le votazioni per l’elezione dei 15 consiglieri che formeranno il consiglio dell’ordine degli ingegneri per il quadriennio 2021-2025.

Come era ampiamente prevedibile e avevamo detto e denunciato una vittoria netta di tutti i componenti di una sola lista, quella sostenuta dai consiglieri uscenti. Lista che presenta i quindici candidati, tutti nelle prime posizioni con il massimo dei voti. L'attuale sistema elettorale è sbagliato dimostra solo una perdita di tempo e di danaro, visto che era apparso subito chiaro che il tutto si sarebbe risolto con un semplice passaggio di testimone, in aperta continuità, tra il vecchio consiglio e il nuovo, formato da tutti i candidati della lista sostenuta dagli uscenti, nessuno escluso, queste le regole imposte dall'ordine. L’attuale meccanismo elettorale, disciplinato dal decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 169, va completamente rivisitato".  

L'ing. Basile precisa e propone: "lo avevamo detto che prevedere la possibilità di esprimere tante preferenze quanti sono i consiglieri da eleggere, favorisce palesemente il raggruppamento delle liste composte da 15 candidati per il sistema del moltiplicatore dei voti, a discapito di una competizione democratica e aperta che dovrebbe vedere tutti i partecipanti presentarsi con le stesse identiche possibilità. Il risultato è come dimostrato nei fatti che gli eletti appartengono tutti alla stessa cordata.

Quindi nel nuovo consiglio, non c'è e non ci sarà mai un’opposizione, visto che tutti i consiglieri eletti provengono dalla stessa lista senza salvaguardare i principi basilari della democrazia. Speriamo in una riforma del regolamento con votazioni da effettuarsi esclusivamente a distanza, attraverso piattaforme telematiche, in modo da favorire la più ampia partecipazione alle votazioni, riducendo, tra l’altro, tempi e costi, che dovrebbe prevedere la possibilità, per la composizione degli organi elettivi degli ordini professionali, di poter esprimere unicamente la doppia preferenza di genere, aggiungendo una terza preferenza, nel caso che, come per l’ordine degli ingegneri, ci sia un secondo albo.

Quindi non potendo esprimere l’elettore più di due preferenze, che potrebbero al massimo diventare tre in presenza di due distinti albi, non sarebbe più possibile votare compatti tutti i candidati di una lista. In tal modo la democrazia, sia nella fase preelettorale che in quella postelettorale, ne guadagnerebbe notevolmente, con uguali possibilità per tutti indistintamente i candidati di poter essere eletti, visto che, al massimo, un eventuale abbinamento può riguardare solo due candidati di sesso opposto".  

Continua Basile: "Presto nascerà come promesso durante la campagna elettorale l'Associazione Ingegneri Indipendenti di Napoli per dare forza alle nostre idee come da programma presentato e auspichiamo in tempi rapidi che gli organi preposti mettano mano alla riforma in questione oppure meglio abolite gli ordini professionali che come è noto nel nostro Paese sopravvivono grazie alla legge fascista n.897 del 25 aprile 1938 che modificò la legge istitutiva del 24 giugno 1923 n. 1395, la quale consentiva l’esercizio della professione anche a coloro che non erano iscritti agli albi.

Fu così introdotta la norma in base alla quale possono esercitare la professione solo gli iscritti agli albi; non possono essere iscritti e, se iscritti, devono essere cancellati coloro che non siano di specchiata condotta morale e politica e che non svolgano attività contrarie agli interessi della Nazione. Una legge emanata, come si ricorderà,  nel clima delle leggi razziali di quel periodo. Finalizzata dunque a impedire l’esercizio delle professioni anche a una serie di categorie:  agli antifascisti, agli ebrei e, per la ben nota omofobia del fascismo, anche agli omosessuali.

Una legge storicamente vergognosa che, nonostante i diversi tentativi effettuati nel tempo nel Parlamento, per l’opposizione della casta, presente anche in quel consesso, non si è riusciti ancora ad abrogare. Una legge che penalizza soprattutto i giovani. Gli Ordini possono anche rimanere per quelli che intendono iscriversi, l’importante è che venga eliminata la obbligatorietà della iscrizione ai fini dell’esercizio professionale”.