Con un'inflazione al 70% e la mancanza di pane, carburante e generi di prima necessità, molti giovani sudanesi hanno deciso di occupare le strade del Paese dal 19 dicembre scorso,  in protesta contro il carovita e chiedendo il cambio di regime.

Il Sudan ha perso oltre il 75% delle riserve petrolifere a seguito dell'indipendenza del Sud Sudan nel quale erano concentrati i principali pozzi di estrazione, che si traduce nel dimezzamento del bilancio statale e l'impossibilità di retribuire molti dei dipendenti e delle imprese pubbliche, a fronte del perdurare delle campagne militari nel Jebel Marra.

La pesante reazione delle forze di polizia, secondo fonti ufficiali scatenata dalla presenza di infiltrati antigovernativi che prenderebbero di mira palazzi istituzionali, ha causato morti e feriti nelle principali città sudanesi,  Atbara, Port Sudan, Gadaref e Alnuhud, ma ha rinvigorito ulteriormente il movimento, che ha sta conquistando eco internazionale.

Nel 2013, in simili proteste, avevano perso la vita 170 persone.

Nel link la la petizione pubblica lanciata da giovani attivisti sudanesi. #Sudan_towns_uprising su change.org.

(di Mauro Annarumma per Italians For Darfur Onlus)