"È un grave errore l'approvazione odierna, da parte dei ministri dell'ambiente UE, con il voto contrario dell'Italia, della “legge sul ripristino della natura”. La UE mostra di non aver capito il messaggio chiaro arrivato dai cittadini, che chiedono un approccio meno ideologico e più realistico su tutte le tematiche a partire da quelle ambientali.
L'Italia ha ribadito la propria contrarietà, così come Fratelli d'Italia si era espressa a febbraio nella votazione al Parlamento europeo contro uno dei provvedimenti più ideologici dell'ex commissario Timmermans, che parte dal presupposto che gli esseri umani sono dannosi per la natura. Una misura deleteria che, pur presentando obiettivi condivisibili, è sbagliata nei tempi e soprattutto nelle modalità di attuazione.
Rappresenta un attacco feroce a chi vive e lavora nella natura, come gli agricoltori, e comporterà costi economici e sociali elevati, riducendo inoltre il prezioso contributo dell'uomo al mantenimento del territorio. Una legge talmente divisiva che per evitare le ire dei cittadini e dei produttori UE in vista delle elezioni, a marzo la votazione sul provvedimento, che si è svolta oggi, era stata rinviata".
Questo il grido di dolore, espresso ieri in un comunicato, dal (post) camerata Nicola Procaccini, uno dei due occhi (l'altro è Fidanza) del regime meloniano a Bruxelles, a seguito del Consiglio europeo sull'Ambiente che si è tenuto lunedì in Lussemburgo, dove i ministri dell'Ambiente dell'UE hanno adottato formalmente la legge sul ripristino della natura, decisione così da Alain Maron, ministro della Transizione climatica, dell'ambiente, dell'energia e della democrazia partecipativa del governo della Regione di Bruxelles-Capitale:
"L'UE ha colto un'opportunità unica per invertire la perdita di biodiversità e per aprire questa finestra che si sta rapidamente chiudendo, garantendo un futuro vivibile per le generazioni a venire.Oggi abbiamo anche concordato tre direttive chiave dell'UE per l'economia circolare e la salute del suolo nell'UE: abbiamo dimostrato il nostro impegno per una transizione verde, proteggendo i nostri consumatori dal greenwashing, prendendo di mira i rifiuti alimentari e tessili e proteggendo i nostri suoli dal degrado.L'UE sta portando avanti costantemente i suoi obiettivi ambientali e climatici e l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nell'UE entro il 2050".
La Legge sul ripristino della natura mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050. Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura negli ecosistemi terrestri, marini, d'acqua dolce, forestali, agricoli e urbani. Misure specifiche includono la protezione degli impollinatori e delle farfalle delle praterie, la protezione degli spazi verdi urbani e la piantumazione di almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello dell'UE.
Ecco come Slow Food Italia ha commentato la decisione:
Dopo un iter tumultuoso che non lasciava sperare nulla di buono, il Consiglio Ambiente dell'Unione europea ha finalmente adottato la legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), mettendo un punto fermo per far diventare legge questa proposta attesa da anni. Gli Stati membri devono ripristinare entro il 2030 almeno il 30 per cento degli ecosistemi terrestri, costieri e di acqua dolce dell'Unione. Un provvedimento importante di riqualificazione che riguarda, oltre le aree protette, anche terreni agricoli e aree urbane.
«Una vittoria importante che comunque consideriamo solo il primo passo – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia –, contro le miopi spinte contrarie, perché la crisi climatica, la perdita di biodiversità e il degrado di ecosistemi naturali devono avere risposte lungimiranti e immediate. Molta strada verso quella transizione ecologica di cui si parla da anni è da percorrere e la società civile non può più attendere! La strategia che cerca di contrapporre agricoltura e ambiente è dannosa per tutti: pertanto siamo felici che la proposta del ripristino della natura sia diventata legge e consapevoli che devono essere intrapresi al più presto. Tra quelli già contenuti nel Green Deal e depennati, i più urgenti sono la cancellazione dell'uso dei pesticidi e l'obbligo della rotazione colturale e soprattutto del riposo dei terreni».
Oggi 20 nazioni che rappresentano oltre il 66% della popolazione europea hanno detto sì e la legge è vincolante in tutti gli Stati dell'Unione: «Ci dispiace che il governo italiano – aggiunge Nappini – non abbia compreso l'importanza di questo provvedimento. Slow Food Italia ringrazia tutti quelli, dagli scienziati, alle associazioni, ai cittadini, ai politici, che in questi anni hanno sostenuto con la loro azione questa legge».
Ma perché ai (post) fascisti la legge non piace? Perché è contro gli interessi di Coldiretti (vedi nota al riguardo) e, come è noto da tempo, Coldiretti ha un proprio rappresentante nel governo, Francesco Lollobrigida, a capo del ministero che per errore è stato chiamato dell'Agricoltura, ma che nei fatti è il ministero della Coldiretti. In ogni caso... Coldiretti, Lollobrigida, Procaccini... e Meloni dovranno farsene una ragione.