L'intervento del senatore leghista Bagnai, in replica all'informativa al Senato da parte del premier Conte sulle ultime iniziative del Governo a contrasto della Covid, è stato ripreso e utilizzato dai bot della bestia di Morisi, in modo da fargli avere risalto sui social dove i supporter leghisti, seguendo le indicazioni dei robot salviniani, lo hanno definito storico, monumentale, epico, ecc... dimenticandosi però di aggiungere quanto fosse anche involontariamente comico.

Un leghista che accusa il premier di deriva autoritaria, sospensione dei diritti costituzionali, eversione, dittatura, tradimento (MES), omicidio... quando il proprio segretario ha chiesto pieni poteri per governar ... anzi, comandare, ha promosso e contribuito a licenziare leggi incostituzionali, ha fatto di tutto e di più per impedire i salvataggi in mare e a Parlamento aperto, ministro in carica ha sfiduciato il Governo di cui faceva parte, mentre tentava di limonare in spiaggia, tra un drink e l'altro, con le cubiste di una discoteca. Ma stiamo scherzando?

Quindi, per chi volesse farsi due risate, questo è il discorso del "populista di sinistra", Alberto Bagnai, prestatosi alla Lega:


Signor Presidente, mi rivolgo a lei nella sua qualità di giurista e di seconda carica dello Stato in questo che, oggettivamente, è uno dei momenti più cupi della storia della Repubblica e, forse, dell'intera storia italiana.
Alla Conferenza dei Capigruppo del 24 febbraio, quando lei ci spiegò come avremmo potuto continuare a lavorare in sicurezza, si disse che era a tutti i costi necessario evitare che l'emergenza sanitaria si trasformasse in un'emergenza autoritaria. Il Parlamento doveva continuare a lavorare. Quella preoccupazione si è rivelata fondata: a stretto giro abbiamo visto sospendere o intaccare a colpi di atto amministrativo una quantità di diritti costituzionalmente tutelati. Ne conto almeno 9, dalla libertà personale, alla libertà di circolazione, di riunione, di culto, di espressione del pensiero, di insegnamento, di iniziativa economica, alla tutela giurisdizionale e alla proprietà privata. Non mi permetto di indicarle quali di questi diritti siano soggetti a riserva di legge (in alcuni casi assoluta) e quali a doppia riserva (legale e giurisdizionale), ma ci è stato detto che c'erano buoni motivi per farlo. L'articolo 32 tutela la salute e si sa, quando c'è la salute, c'è tutto. Se, però, si deve arrivare al trentaduesimo articolo della Costituzione per veder riconosciuto questo diritto più importante, viene da pensare che i Padri costituenti non sapessero che farsene della salute senza democrazia. Parlo di quella democrazia che viene riconosciuta e tutelata fin dal primo articolo.La pandemia ha offerto al PD una preziosa opportunità per manifestare senza freni inibitori la sua genetica vocazione totalitaria. L'impressionante assalto alla Costituzione, in nome dell'egemonia del diritto alla salute - peraltro smentita da sentenze della suprema Corte, come con la sentenza n. 85 del 2013 - è stato condotto non a caso dal partito che invitava a votare la scienza. Si è passati dalla dittatura del proletariato alla dittatura dello scienziato, alla scientocrazia. I giuristi si preoccupano, ma c'è anche un lato pazzesco.Gli scienziati del PD sono quei guitti che a inizio febbraio parlavano di malattia non contagiosa e di mascherine inutili. Similia similibus. È evidente a tutti, quindi, che non è il fine della tutela della salute a giustificare certi mezzi. Questi mezzi antidemocratici sono diventati essi stessi il fine, la sospensione della democrazia, in un momento in cui incombono sul Paese scelte cruciali non solo in ambito sanitario, scelte che esigerebbero il pieno coinvolgimento dei corpi parlamentari e per loro tramite del popolo, cui appartiene la sovranità. Assistiamo non inerti, ma inermi a questa eversione delle regole democratiche, delle regole di una democrazia parlamentare, che avviene in un silenzio assordante. Il Parlamento, non l'ego del Premier, è l'unica sede in cui contemperare i diritti costituzionalmente garantiti. Per aggirarne il potere di indirizzo e di controllo, però, non è necessario chiuderlo: basta evitare di andarci o venirci, come oggi, a raccontarci quanto già sappiamo dalle agenzie, magari creando, per il disbrigo degli affari urgenti, una sorta di terza Camera, la Camera delle task force, una specie di Chambre des pairs in cui vengono nominati i cavalli di razza del capitalismo italiano. Più che a Louis XVIII, le task force dell'autocrate dauno fanno pensare a Caligola, che per esternare tutto il suo viscerale disprezzo per istituzioni figlie di un'altra stagione volle fare console Incitatus, il suo cavallo di razza. Il Premier ci ha raccontato di aver evitato il Parlamento perché il dibattito e le divisioni lo avrebbero indebolito. Vorrei spiegargli che la politica non esiste solo per attribuire prebende, ma soprattutto perché esiste una feconda diversità di idee. Forse il Premier, nel piroettare fra una maggioranza e l'altra, ha perso l'orientamento, ma vorrei ricordargli che tutta la sua maggioranza precedente e un pezzo qualificato di quella attuale sono contrarie al MES. In che modo avrebbe potuto indebolirlo, in Europa, presentarsi con un voto su una posizione così largamente condivisa? Il Premier, signor Presidente, si è indebolito con la sua arroganza senza precedenti nei riguardi di quel Parlamento che diceva di rispettare e con la sua ignoranza senza precedenti di dossier che avrebbe dovuto conoscere. Ma veramente la linea italiana a Bruxelles era di chiedere gli eurobond in cambio del MES? Io trasecolo. Chiedere una cosa che sappiamo da anni che i Paesi del Nord non vogliono - gli eurobond - in cambio di una cosa che il Sud non vuole? Infatti, signor Presidente, i Paesi mediterranei, in particolare la Spagna, non ne vogliono sapere di utilizzare il MES per scopi impropri, non conformi alle finalità originarie, tanto è vero che hanno presentato un'altra proposta. Ma come, tanta eleganza, tanto garbo, tanta scienza del mondo e poi la prima volta che ci si reca a un tavolo importante si inanellano tutte queste gaffe, si scontentano tutti? Al di là dell'enormità di questi abusi di potere, quello che fa orrore, perché trasmette in pieno il senso di impunità di questo Governo superiorem non recognoscens, è che rappresentanti di questa maggioranza si vantino di aver già preso nelle sedi europee decisioni gravide di conseguenze, aggirando il Parlamento e la loro stessa maggioranza. Il MES è cosa fatta, ci è stato detto. Dobbiamo rassegnarci a pensare che i colleghi a 5 Stelle, che sappiamo essere contrari al MES, purtroppo non abbiano né l'accortezza per intuire di essere stati presi in giro, né la dignità per trarne le conseguenze, come abbiamo fatto noi nell'agosto scorso, ritirando la fiducia a un premier che già allora non rispondeva al Parlamento? Eppure, per chi conosce la storia recente, o almeno per chi passa più tempo alla scrivania che davanti allo specchio, non è difficile capire che cosa succederà per l'ennesima volta. Esattamente come in occasione della crisi precedente i Paesi del Nord misero in salvo con soldi pubblici le loro banche - e tutt'ora continuano a farlo - negando a noi questa opportunità, così ora i Paesi del Nord metteranno in salvo con i soldi della BCE i loro bilanci pubblici, monetizzando il debito, dopo aver negato a noi questa possibilità facendoci per soprammercato indebitare col MES. Che dite? La monetizzazione crea inflazione? Sì, ve lo confermo. Nei pochi giorni che ci separano dal giovedì santo il prezzo del tradimento è passato da 30 denari a 30 miliardi di denari, quelli che avete già chiesto al MES senza capire che per una quantità di denaro insufficiente prestata a scadenze troppo brevi e vincolata ad impieghi che ne renderanno inefficiente l'uso - perché ci finanzieremo l'emergenza sanitaria quando sarà terminata - esponete il Paese a condizioni giugulatorie. Non esiste un MES senza troika, i trattati non si modificano con una pacca sulla spalla all'amico Valdis o sussurrando paroline dolci all'orecchio dell'amica Angela.Ma naturalmente chi deroga alla Costituzione per decreto del Presidente del Consiglio dei ministri penserà che si possa derogare ai trattati per regolamento. Oggi apprendiamo dalla stampa che questo Governo, che ha usato l'eccezionalità dell'evento pandemico come scusa per la propria inadeguatezza, il 20 gennaio avrebbe già avuto un piano ma lo avrebbe tenuto segreto ai cittadini italiani per non spaventarli. Ma questo stesso Governo, che trattava gli italiani da bambini paurosi, il 4 febbraio, avendo contezza della gravità della situazione, respingeva la richiesta dei governatori di mettere in quarantena chi tornasse dalla Cina. Il 27 gennaio scorso il Premier annunciava: «Siamo prontissimi» e il 9 febbraio mandava in onda uno spot sui media ufficiali (apro una parentesi: proprio quei media che, secondo la task force contro le fake news sul Covid-19, sarebbero detentori della verità, proprio loro hanno mentito) dicendo che il contagio non era affatto facile. Risultato: oltre 23.000 morti. Capito Martella? Avete preso misure eccezionali, sospendendo la democrazia, senza consentire ai cittadini di avere piena contezza dell'entità del pericolo; per dimostrare di avere il controllo della situazione, avete dispiegato un apparato coercitivo sproporzionato. Risultato? State rendendo invise ai cittadini italiani, che hanno mostrato una disciplina ammirabile, le Forze dell'ordine, cui va il nostro rispetto, che non andrebbero messe in difficoltà alla vigilia di un periodo di grandi tensioni sociali, che la vostra inefficienza e i vostri ritardi nel gestire la crisi economica non mancheranno di provocare. Perché non ci dice quando arrivano i soldi della cassa integrazione guadagni? Questo non l'abbiamo sentito. Quando arriva la cassa integrazione? Per raggirare il Parlamento vi siete dichiarati prima favorevoli, poi contrari, poi un po' favorevoli al MES, parlando di pacchetti, di ventagli e di altre amenità. Avete diffuso menzogne sulle posizioni dei vostri avversari, quando in realtà la decisione era già stata presa. La risposta era dentro di voi ed era sbagliata.A questo punto la situazione è chiara. Tutti vedono, signor Primo Ministro, che chiunque sarebbe meglio di lei. Non so se, come alcuni dicono, il virus sia il risultato di un esperimento mal riuscito; lei certamente lo è e, col massimo rispetto per il laboratorio da cui è sfuggito, mi preme dirle che, per l'igiene di quella democrazia che lei così apertamente disprezza, è necessario che lei rassegni le dimissioni.