La camera bassa del Parlamento polacco lo scorso venerdì aveva approvato un disegno di legge che punisce con pene fino a 3 anni di reclusione chiunque dichiari che lo Stato polacco o il popolo polacco siano responsabili o complici dei crimini dei nazisti, dei crimini contro l'umanità o dei crimini di guerra.
La decisione non era piaciuta ad Israele, tanto che era subito iniziata un'aspra polemica che aveva portato a dichiarazioni e precisazioni tra i principali leader dei due paesi con convocazioni dei rispettivi ambasciatori e telefonate tra i due premier, Benjamin Netanyahu e Mateusz Morawiecki.
Il tutto aveva fatto sì che Israele e Polonia concordassero l'istituzione di una task force per discutere la questione, prima dell'approvazione definitiva del progetto di legge.
Questo giovedì - la votazione è avvenuta nella notte - addirittura prima che la task force venisse nominata, il Senato polacco ha approvato in via definitiva la legge con 57 senatori che hanno votato a favore, 23 contrari e due astenuti.
Adesso, l'ultima parola spetterà al presidente Andrzej Duda con la firma di approvazione per decretarne il licenziamento. In teoria, Duda ha il potere di rinviarla alle camere perché venga modificata o di porre il veto su di essa. Ma in passato il presidente polacco ha espresso il proprio sostegno alla legge, ricordando che avrebbe corretto un errore storico, difendendo così la reputazione della Polonia.
Dopo l'approvazione della legge non sono mancate le proteste da parte di Israele facendo riferimento ai rapporti tra i due paesi ed al fatto che l'approvazione è avvenuta nonostante l'accordo tra i due primi ministri che avevano convenuto l'istituzione di una task force che ne discutesse i vari aspetti.
Un portavoce del ministro degli Esteri israeliano ha definito quanto accaduto di estrema gravità ed una sfida alla verità storica.
Il Likud ha chiesto a Netanyahu di richiamare l'ambasciatore israeliano in Polonia, mentre altri esponenti del governo di Tel Aviv hanno definito il disegno di legge paragonabile alla negazione dell'Olocausto, uno sputo in faccia ad Israele.
Anche lo Yad Vashem, che gestisce la memoria delle vittime dell'Olocausto, ha criticato il disegno di legge - come già aveva fatto la scorsa settimana dopo la prima approvazione - parlando della possibilità che possa causare una distorsione della verità storica, anche per le limitazioni che pone su varie espressioni relative alla cooperazione di parti della popolazione polacca, direttamente e indirettamente, con i crimini commessi in quella nazione durante la seconda guerra mondiale.