Uomini contro: Enrico Mattei; Adriano Olivetti; Aldo Moro; Enrico Berlinguer; Pio La Torre; Piersanti Mattarella…

Sia Berlinguer che Moro avevano in comune una visione del Paese: la graduale uscita dell’Italia dalla staticità dovuta ai due blocchi europei contrapposti e il superamento dei veti che impedivano al PCI di far parte del governo del Paese. Era sicuramente un cammino irto di difficoltà e rischi mortali ma la passione politica e lo spirito di servizio verso lo Stato li animava e sorreggeva in tale arduo compito. Dopo la loro morte tutto questo progetto è stato abbandonato lasciando un Paese privo di idee e di una strategia politica ed economica validi che, guidato da una classe dirigente priva di prospettive perché incapace di una qualsiasi percezione creativa del futuro e passione civile, ha trascinato un’intera collettività ormai priva di rappresentanza verso il vuoto, ha pregiudicato irrimediabilmente il futuro delle nuove generazioni condannandole ad un esilio forzato.

 Berlinguer riesce a sintetizzare tale situazione in poche, lapidarie parole: “I partiti di oggi sono soprattutto delle macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto.  Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più".

Il 28 dicembre 1983 per la televisione svizzera Enzo Biagi intervistò Giuseppe Fava, che sarebbe stato ucciso una settimana dopo, il 5 gennaio 1984. 

“Cosa vuol dire essere ‘protetti’ secondo il linguaggio dei mafiosi?”

“Essere “protetti” significa poter vivere dentro questa società. Ho letto un’intervista esemplare nei giorni scorsi a quel signore di Torino che ha corrotto tutto l’ambiente politico torinese. Diceva una cosa fondamentale. È una legge mafiosa che è stata esportata, è venuta su dalla Sicilia, fa parte ormai della cultura nazionale: non si fa niente in Italia se non c’è l’assenso del politico e se il politico non è pagato. Ecco noi viviamo in questo tipo di società e in questo tipo di società la protezione è indispensabile se qualcuno non vuol condurre la vita da lupo solitario. Che può essere anche una scelta, può essere anche affascinante, essere soli nella vita e non avere né aderenze né protezione da alcuna parte, orgogliosamente soli fino all’ultimo. Questa può essere una scelta, ma 60 milioni di italiani non potranno farlo”. 

Questa è l’impietosa radiografia di una società che si è lasciata dapprima comprare con un posticino di lavoro fisso o con un abuso edilizio e quant’altro (la lista è molto lunga) fino all’esaurimento del patrimonio pubblico, le nuove generazioni di opportunisti ormai sono ridotte a pagare per farsi comprare, chi non vuole vendere la sua dignità e la libertà personale si deve accontentare degli avanzi  o espatriare per trovare un lavoro retribuito civilmente.

Tutti gli uomini del cambiamento sono stati impietosamente eliminati per portare il Paese ad un livello di degrado generale tale da non poter sperare in un riscatto dignitoso da un ruolo servile come membro della NATO e della Comunità Europea. Se si ha la pazienza di ricostruire la nostra storia repubblicana alla luce delle testimonianze di persone coraggiose che hanno ricercato la verità, rintracciare documentazione desegretata, leggere libri scritti da giornalisti d’inchiesta ci si accorge il ruolo determinante che ha rivestito la Sicilia e la mafia in questi ultimi 75 anni: ma la linfa nera che ha avvelenato la nostra democrazia parte da molto lontano, passa per la Sicilia e la mafia e si diffonde nell’intero paese attraverso le istituzioni contaminate dalla corruzione e dall’opportunismo, la grande imprenditoria parassita e priva di scrupoli, le gerarchie militari fedeli alle logiche atlantiste piuttosto che alla Costituzione, i liberi professionisti prestati alla truffa e al crimine fulgidi esempi da emulare per le giovani generazioni fresche di laurea.

In particolare dietro l’attività di Pio La Torre e la sua tragica morte si nascondono elementi preziosi che ci permettono di interpretare correttamente circostanze e fatti che hanno determinato l’attuale situazione. Ci si rende conto che ciò che ci appariva allora non corrispondeva alla reale situazione e che tale situazione si è protratta fino ai nostri giorni e ci sta trascinando definitivamente nel baratro della decadenza.

Gli uomini del cambiamento si erano affacciati in quell’abisso per questo volevano allontanare il Paese da quell’immane catastrofe ma l’abisso li ha risucchiati e distrutti fisicamente lasciando un vuoto incolmabile ma ci hanno lasciato in eredità l’esperienza delle loro travagliate esistenze spese per realizzare il bene comune, tentativo che hanno pagato con la loro vita.

Berlinguer e La Torre sono stati traditi dai loro “compagni di viaggio” che si erano convertiti alle logiche opportuniste e predatorie del partito socialista guidato da Craxi che, di concerto con la DC, aveva introdotto nella gestione della cosa pubblica la pratica della corruzione come atto dovuto.

Oggi è proprio per aver rinnegato quel patrimonio culturale e la difesa dei diritti civili scaturenti dalla carta costituzionale che il PD sta offrendo un misero spettacolo ad un elettorato che ancora lo vota per gratitudine verso la memoria di un Berlinguer che aveva lottato con passione per l’affermazione dei diritti dei più deboli e, a quei tempi, la maggioranza degli italiani era costituita da deboli, analfabeti e sfruttati da un sistema fascio-feudale che non ha mai accettato la Costituzione e mai l’accetterà. Solo recentemente si è alzata una voce che ha fatto cadere un altro velo pietoso che copriva la vera natura e funzione politica della DC: un fascismo edulcorato a servizio di interessi stranieri che di fatto hanno dominato e continuano a dominare le scelte politiche, economiche e culturali dell’Italia.  In Parlamento sin dal suo nascere era presente lo spauracchio del MSI che serviva a far stare tranquilla quella parte di italiani affetti da ingenuità facendo credere loro che i fascisti erano stati vinti e messi sotto chiave invece sono stati continuamente usati come arma politica violenta, omicida e istituzionalmente protetta, “destabilizzante per stabilizzare” il regime fascio-economico-militare tutt’ora vigente.

E’ interessante un’intervista rilasciata da Natta che fu Segretario del PCI e molto vicino a Berlinguer per rivisitare i rapporti politici che il PCI aveva instaurato con l’URSS, con la DC morotea e la sua linea politica nazionale, inoltre una persona autenticamente di “sinistra” come Pio La Torre dinamicamente inserito in quel contesto può offrirci motivi di riflessione perché ancora oggi la sua vita e la sua morte ci offrono risposte per abbattere quel muro di omertà su delitti eccellenti e stragi che ci accompagna da più di settant’anni: in Italia non ci sono misteri ma segreti e complicità mantenuti ostinatamente al fine di far sopravvivere un passato con il quale ancora non ci siamo confrontati e per questo non è possibile archiviarlo definitivamente e voltare pagina. È il messaggio risalente al novembre scorso inviato da Baiardo che ci “svela” che il passato vive ed ancora opera indisturbatamente infatti dice: “La trattativa c’è sempre stata, c’è e non finirà mai”. La prima parte della “rivelazione” è stata confermata “dall’arresto” di Messina Denaro, non ci rimane che aspettare “l’uscita” dei fratelli Graviano dalla prigione.  Personalmente un messaggio così diretto, chiaro nel suo intento, così plateale mi ha tolto ogni illusione, sarebbe un grave errore liquidarlo come una “spacconata” di un esaltato.

Bisogna adottare un arco temporale compreso tra gli anni ’70 e primi anni ’80 per fare il punto della situazione della politica italiana pesantemente condizionata da interferenze straniere. Occorre premettere che tutto ebbe inizio alla fine del secondo conflitto mondiale con il vergognoso atto terroristico di Portella della Ginestra. Usciti sconfitti siamo stati relegati al ruolo servente dell’America, Francia e Inghilterra e per ultimo anche della Germania. La NATO ci impose basi americane in varie parti del territorio nazionale ma quando venne richiesto al consiglio dei ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi mebri della Nato di installare numerosi missili nucleari nella base di Comiso in Sicilia Pio La Torre si oppose strenuamente, perché?  

Gli americani erano usciti sconfitti dalla guerra in Vietnam avevano bisogno di rifarsi una reputazione per questo occorreva loro rinsaldare i rapporti con i loro “alleati” europei e individuare un altro nemico da combattere perché la loro politica estera ha come obiettivo primario l’espansione economica, politica e militare a livello mondiale. Per questo iniziarono le campagne militari in Medio Oriente, la destabilizzazione di paesi che si affacciano nel mediterraneo in particolar modo la Libia e l’allargamento della NATO includendo i paesi dell’ex Patto di Varsavia con l’intenzione di aprire un fronte in Europa. La Sicilia come “base aerea militare operativa” era l’ideale per piazzare 112 missili Cruiser trasformando l'isola e l’Italia tutta un bersaglio primario di un eventuale attacco nucleare e in quegli anni era un pericolo tangibile!

Sotto l’amministrazione Carter dal 13 al 14 maggio del 1980 a Bruxelles si tenne una riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa della NATO a cui partecipò il segretario della Difesa americano H. Brown a seguito dell’invasione dell’Afganistan da parte dell’esercito sovietico.  Lo scopo di tale riunione era chiedere di inviare in Italia due stormi di caccia bombardieri per incrementare le difese nel Mediterraneo.

Il PCI accusò il premier Cossiga (atlantista d’hoc) e il ministro della Difesa Lagorio di aver stretto un accordo “riservato” con il segretario alla Difesa americano autorizzando la piena disponibilità del territorio italiano come base per operazioni militari contro la Libia.

Il successivo 27 giugno dei caccia della NATO abbatterono il DC9 dell’Itavia con 81 persone a bordo: l’episodio fu insabbiato ed eliminati tutti i testimoni. Tra il 1980 e il 1981 si svolsero due imponenti esercitazioni militari in Atlantico la “Ocean Venture 81” americana e nel Mediterraneo la “West 81” sovietica: due manifestazioni di forza che evidenziano la mentalità e il clima avvelenato che si protraeva sin dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Il 20 gennaio del 1981 Ronald Reagan viene eletto Presidente degli Stati Uniti, il 4 novembre dello stesso anno rense nota la sua decisione di trasferire 112 missili Cruise in Sicilia – il governo Cossiga acconsentì - la sperimentazione di una nuova arma nucleare al neutrone e la realizzazione dell’ormai noto “scudo stellare“ antinucleare.

Ma il programma di politica estera di Ronald Reagan a danno degli alleati europei e dell’Italia in particolare non si fermò ad un rafforzamento della presenza militare nel vecchio continente infatti in una dichiarazione rilasciata il 16 ottobre 1981 rivelò apertamente l’ipotesi di una “guerra locale” in Europa e il segretario di Stato A. Haig il 4 novembre 1981 prospettò una guerra nucleare sul territorio europeo.

Tali vicende spinsero Berlinguer, La Torre e il gruppo vicino alla segreteria del partito ad adottare una nuova linea politica interna ed estera ed intraprendere la strada pacifista del disarmo graduale e bilaterale delle due potenze nucleari mondiali con lo smatellamento delle batterie di missili nucleari. L’invasione dell’Afganistan, le vicende della Polonia portarono il PCI a dissociarsi dalla linea di politica estera dell’URSS: alla fallimentare “diplomazia degli Stati” dare spazio dalla “diplomazia dei popoli” per evitare ulteriori catastrofi purtroppo arrivarono i missili americani e gli uomini del cambiamento perirono tutti.