Non c'è stata partita. Nelle primarie tenute dal Likud per scegliere il candidato premier in vista delle prossime elezioni politiche in Israele, che si terranno a marzo 2020, gli iscritti al partito hanno confermato in tale ruolo l'attuale premier Benjamin Netanyahu.

Una scelta neppure minimamente contrastata, visto che Netanyahu ha ottenuto il 72,5% delle preferenze rispetto al suo sfidante, Gideon Saar, che è stato votato solo dal 27,5%.

Facile immaginare la soddisfazione di Netanyahu: "Una vittoria enorme" ha postato su twitter. "Grazie ai membri del Likud per il sostegno ricevuto - ha poi proseguito il premier israeliano. - A Dio piacendo e con il vostro aiuto, porterò il Likud a una grande vittoria nelle prossime elezioni e continuerò a guidare lo Stato di Israele verso risultati senza precedenti".

Saar, oltre ad ammettere la propria sconfitta, ha detto che alle prossime elezioni appoggerà la campagna di Netanyahu.

Perché il voto può essere considerato controverso?

Perché Netanyahu ha dei problemi con la magistratura, perché potrebbe dover affrontare uno o più processi, perché ciò potrebbe finire per creare un enorme conflitto d'interessi nel caso dovesse continuare a ricoprire la carica di premier, oltre al fatto che le accuse di corruzione che pesano sulla sua testa sono un ostacolo a formare possibili alleanze nel caso il Likud non dovesse ottenere, insieme agli storici alleati della destra, la maggioranza per formare un nuovo governo.

Proprio questo è il motivo per cui Israele è andato per la terza volta al voto nel giro di 12 mesi. Nonostante ciò, il Likud continua a volersi far rappresentare da Netanyahu.