A quanto dicono gli esperti, le mutazioni in un virus non sono infrequenti, tutt'altro. Pertanto, come ad esempio i virus influenzali mutano di anno in anno, alla stessa maniera anche il coronavirus responsabile dell'attuale pandemia è mutato, sta mutando e muterà ancora.

In alcuni casi le mutazioni sono state irrilevanti. Di recente però, se ne sono scoperte alcune che invece sono definibili senz'altro preoccupanti, perché rendono il SARS-CoV-2 più contagioso di quanto non lo sia stato finora.

La mutazione, in tal senso, riguarda la proteina spike che il virus utilizza come chiave d'ingresso per contagiare le persone. La nuova variante scoperta nel sud dell'Inghilterra permette al virus di infettare le persone molto più facilmente rispetto a prima, dal 30% al 50% secondo gli ultimi studi (in precedenza si era parlato del 70%). Le conseguenze sono facilmente immaginabili e nel Regno Unito le stanno toccando con mano. 

Più aumentano i contagi, più aumentano i casi Covid, più aumentano i ricoveri... tanto da rischiare che il sistema sanitario non riesca più a far fronte alle richieste delle persone che hanno bisogno di cure. Se si arrivasse ad una situazione del genere, l'ordine pubblico inevitabilmente finirebbe per essere a rischio. Per tale motivo, i governi di molti Paesi sono preoccupati dai nuovi sviluppi della pandemia. 

Le mutazioni del coronavirus, oltretutto, non riguardano solo il Regno Unito. Casi di mutazioni del virus che ne aumentano la contagiosità sono stati registrati anche in Sud Africa e Brasile. Per tale ragione, le autorità britanniche stanno imponendo misure di quarantena ai viaggiatori che provengono o abbiano visitato alcuni di quei Paesi o altri che abbiano con essi collegamenti stretti, ad esempio il Portogallo.

L'altro problema che in questo momento allarma gli scienziati, e i governi, è la possibilità che i vaccini, la cui somministrazione è iniziata da poco tempo, possano non essere efficaci o non esserlo addirittura del tutto contro le nuove varianti di SARS-CoV-2.

Se per la variante inglese questo pericolo "parrebbe" scongiurato, non lo è invece per la variante scoperta in Sudafrica e soprattutto per quella in Brasile. Naturalmente, sono già state avviate verifiche in tal senso, ma bisogna attendere ancora qualche settimana per avere le prime risposte.

Va aggiunto comunque che, se fosse necessario, i vaccini presenti, almeno quelli a mRNA, possono essere modificati per produrre anticorpi in grado di contrastare anche le nuove mutazioni. Ma nel frattempo?

La conseguenza sarebbe quella di dover spostare di diversi mesi una data di previsione per il ritorno alla normalità. Sempre che una nuova mutazione non rimetta tutto in discussione.