"Tutti sani, salvi e riportati indietro i 393 immigrati recuperati ieri dalla Guardia Costiera libica. La collaborazione funziona, scafisti, trafficanti e mafiosi devono capire che i loro affari sono finiti. Meno partenze, meno morti, la nostra linea non cambia."
Questo il commento del ministro dell'Interno Salvini sul salvataggio, anche, delle 100 persone al largo di Misurata, di cui eravamo venuti a conoscenza grazie ad Alarm Phone.
Persone che sono state tratte in salvo da una nave mercantile, sotto il coordinamento di Tripoli, probabilmente la stessa LADY SHAM della Sierra Leone che aveva cambiato rotta dopo essere stata allertata da un messaggio INMARSAT dalla nave Sea-Watch 3.
Il ministro Salvini ha espresso la propria soddisfazione nonostante lo sbarco di quelle persone in Libia sia considerato una violazione da parte delle normative internazionali.
Un ultimo aspetto, da segnalare la tragica e inopportuna ironia del "solito" ministro Toninelli, che parla di rispetto delle convenzioni internazionali: "La nave Sierra Leone, sotto coordinamento libico, sta iniziando a prendere a bordo i 100 #migranti dal gommone. Tutto si svolge secondo le convenzioni internazionali, i naufraghi andranno a Tripoli. Seguo con attenzione, nella speranza che l'operazione si concluda senza problemi."
Concetto ribadito con un ulteriore messaggio in cui afferma: "Tutti salvi i 100 #migranti recuperati ieri da un gommone. Rispettati i trattati internazionali. Italia sta sostenendo #Libia con mezzi e addestramento. Ora i Paesi Ue, Francia su tutti, collaborino a stabilizzare continente africano."
Le leggi internazionali, è ormai noto a tutti, hanno stabilito ripetutamente che la Libia non è un Paese sicuro e che lo sbarco di quei migranti a Misurata è in violazione delle regole che tutelano i diritti umani.
Da sottolineare anche che i mezzi forniti dall'Italia alla Libia, "inaugurati" col precedente Governo dal ministro Minniti, comprendono anche il finanziamento per lo sviluppo di attività economiche da promuovere nelle località costiere di quel paese. In pratica, stiamo pagando gli scafisti e i trafficanti libici perché non mettano in mare i migranti, in accordo con le autorità libiche. La ripresa delle traversate degli ultimi giorni fa pensare che quei soldi non siano più ritenuti sufficienti.