"Oggi ho ricevuto dai gruppi parlamentari una richiesta di mediazione in merito agli atti che dovranno costituire la nuova struttura di regole del MoVimento 5 Stelle (Statuto, Carta dei valori, Codice Etico). Ho deciso quindi di individuare un comitato di sette persone che si dovrà occupare delle modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità.Il comitato sarà composto dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi, dal capogruppo della camera Davide Crippa e del senato Ettore Licheri, dal capogruppo in parlamento europeo Tiziana Beghin, da un rappresentate dei ministri Stefano Patuanelli, da Roberto Fico e Luigi Di Maio.Il comitato dovrà agire in tempi brevissimi. La votazione sul comitato direttivo è quindi sospesa".

Nella laconica dichiarazione del garante del Movimento 5 Stelle, è rappresentata la presa di coscienza che, rispetto al passato, lui in futuro potrebbe, ben che vada, essere il padrone solo di una parte dei pentastellati, e molto probabilmente non sarebbe neppure quella maggioritaria. 

Resosi conto che la sua presa di posizione nei confronti dello statuto presentato da Conte avrebbe spaccato la sua "creatura", che ormai si è evoluta e da forza di governo non può più sostenersi e crescere basandosi sui colpi di teatro, sulle dichiarazioni roboanti dovendo fare delle scelte serie, logiche, razionali, Grillo ha accettato di non far affondare il Movimento, delegando ad alcuni dei suoi rappresentanti più credibili il modo di uscire "democristianamente" da un cul de sac che potrebbe rilevarsi devastante... e non solo per il M5S, ma anche per il governo guidato da Draghi.

Il problema, adesso, è trovare una soluzione per far sembrare che nel nuovo statuto Grillo abbia un ruolo centrale senza che possa interferire in alcun modo con l'attività politica del futuro Movimento. Inoltre, c'è da ricucire il rapporto tra Conte e Grillo. Infine, c'è da far credere che le  modifiche allo statuto possano essere condivise da entrambi... facendo però rimanere tutto come Conte lo aveva organizzato, perché altrimenti con Grillo che avesse un qualche ruolo operativo il nuovo Movimento finirebbe per sfasciarsi come quello attuale.

Riassunti i nodi principali della questione, come si può capire, un'impresa del genere sarebbe stata già difficilissima per gente come Moro e Zaccagnini, ma anche per personaggi più avvezzi alla mediazione come "belzebù" Andreotti o "mentino" Fanfani... figuriamoci per Patuanelli, Crimi, Di Maio o Fico.

Ma confidando nella provvidenza, non tanto quella divina ma quella di Camera e Senato che garantisce oggi stipendi molto lauti e sicuri, c'è anche la possibilità che i rappresentanti del comitato riescano a spiegare a Grillo che, senza un accordo con Conte, lui diverrebbe il garante solo di se stesso, con il supporto dell'erede di Casaleggio.