"A Bonacci'... nun se po' anna de prescia pe' fasse vede e 'ngarellasse pe' nulla. Li quadrini all'alluvionati li famo ave'... basta nun ave' furia".

Così la sora Meloni ha risposto alla lettera inviatagli dal "subcommissario" Stefano Bonaccini che pochi giorni fa le aveva scritto per chiederle quando avrebbe finalmente inviato le risorse necessarie per i ristori a persone e aziende colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna.

Nella lettera, Bonaccini chiedeva un incontro con la premier per farle presente che cosa avrebbe dovuto fare. Meloni però, anche lei tramite lettera, gli ha risposto con i contenuti così riferiti dall'Ansa:

"Il governo ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi dell'Esecutivo è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni. ...Per questo motivo non sarebbe corretta  l'informazione secondo la quale non si sarebbe visto un euro.Non bisogna cedere alla fretta ed alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po' di visibilità, alimentando polemiche inutili". Quindi, Meloni ricorda a Bonaccini che gli è stato assegnato il ruolo di sub commissario per "operare concretamente al servizio della comunità. Una sfida che sapremmo [sic, ndr] superare lavorando tutti nella stessa direzione".

Ma quali erano le richieste di Bonaccini alla premier? Queste...

  • Attivare i risarcimenti per famiglie e imprese tramite il credito d'imposta, con un beneficio immediato per gli alluvionati e oneri ridotti sulle finanze pubbliche. E' il meccanismo che usammo per la ricostruzione del terremoto del 2012 in Emilia e ha funzionato benissimo.
  • Il Governo aveva stanziato meritoriamente 900 milioni in ammortizzatori sociali e 300 milioni per le aziende a forte vocazione all'export colpite dall'acqua. Ne sono state richieste poche decine, dunque, non perdiamo quelle risorse e dirottiamole subito negli indennizzi a famiglie e imprese. Si tratta di più di un miliardo di euro!

Bonaccini lo aveva ribadito anche a La7 un paio di giorni fa. Il governo ha stanziato 1,2 miliardi di euro che avrebbero dovuto essere utilizzati per problematiche adesso superate. Quindi, se il governo non li riassegna alla voce indennizzi, quei fondi che sono quasi integri perché sono stati spesi solo in piccolissima parte risultano bloccati... per nulla!

Ma la Meloni, tanto intelligente e preparata non l'ha ancora capito e invece di dire a Bonaccini "hai ragione, provvedo subito", gli risponde per dirgli che sta cercando visibilità... solo perché mette indirettamente in luce le sue mancanze. 

Quello che è da capire è se tali mancanze siano dovute al fatto che Meloni e i suoi sottoposti non siano in grado di allacciarsi le scarpe da soli (considerazione non del tutto campata in aria) oppure se quella del governo è una vera e propria strategia politica, per far credere che i ristori non arrivano per colpa della regione... una delle poche che ancora non è classificabile tra quelle a guida (post) fascista.

Bonaccini, però, non ha messo tempo in mezzo e ha subito replicato alla premier in questi termini:

"Abbiamo ricevuto la risposta della presidente Meloni e purtroppo non è positiva. A maggior ragione, ribadisco la richiesta di un incontro per trovare, insieme e con spirito di collaborazione, le risposte più efficaci per persone e imprese colpite dall'alluvione, che chiedono solo una cosa: tornare alla normalità e poter ripartire. Ricevendo il 100% degli indennizzi, come promesso dal Governo. Avevamo posto (la lettera inviata da Bonaccini era condivisa dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e dai presidenti delle Province di Ravenna e Forlì-Cesena, Michele De Pascale e Enzo Lattuca) una serie di questioni, a partire ovviamente da quella dei risarcimenti a cittadini e imprese, e avanzato alcune proposte costruttive, in spirito di collaborazione nel solo interesse degli emiliano-romagnoli: ribadisco la necessità di un incontro con la presidente del Consiglio per chiarire tematiche che restano aperte e confrontarci su richieste che arrivano dalle comunità, dalle persone e dalle aziende colpite – e di cui noi ci facciamo portavoce – nella convinzione che insieme si possono trovare soluzioni efficaci. Nell'ambito di una collaborazione che ogni giorno stiamo portando avanti col Commissario Figliuolo, che ha già dato la propria disponibilità a incontrare nuovamente il Patto per il Lavoro e per il Clima il prossimo 31 agosto proprio per approntare, con l'intero sistema regionale, le soluzioni migliori per la ricostruzione. Confermo poi che al di là di quanto attivato da me insieme al Dipartimento nazionale di Protezione civile, nulla è arrivato in termini di indennizzi a famiglie e imprese colpite: certo, i due Decreti adottati dal Governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese. Così come nessuno disconosce il valore di quanto fatto per attivare gli ammortizzatori sociali o l'accesso al credito di una parte, sia pur ristrettissima, di aziende, così come per quelle dell'export; ma ribadisco quanto i sindaci, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali stanno dicendo: la stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile. Le risorse stanziate per la ricostruzione privata sono esigue, anzi, pressoché trascurabili. Alla ricostruzione pubblica, con spirito positivo e di piena collaborazione stiamo lavorando col Commissario Figliuolo. Devo però sottolineare che anche della cifra citata dalla presidente Meloni – gli oltre 400 milioni di euro per gli interventi di somma urgenza realizzati – nulla a oggi è arrivato nelle casse dei Comuni, che pertanto continuano ad essere esposti, così come le imprese che hanno realizzato questi lavori e non vengono pagateContinuiamo a chiedere di vederci, certi che molti di questi problemi possano essere risolti, individuando insieme le soluzioni migliori e più celeri a beneficio degli emiliano-romagnoli. Abbiamo avanzato anche proposte costruttive, che permetterebbero di destinare subito oltre un miliardo di euro agli indennizzi di cittadini e imprese. Nodi che contiamo di poter sciogliere – insieme – confrontandoci di persona, in uno spirito, ripeto, di collaborazione: la fretta che Meloni mi imputa, in realtà, è quella dei nostri concittadini. Che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perchè molto sarebbe già stato fatto. Purtroppo non è così, la premier può senz'altro chiedere direttamente a famiglie e imprese. Noi siamo qui per dare una mano e come ho ringraziato il Commissario Figliuolo per aver immediatamente accolto l'invito ad un incontro delle parti sociali, così confido di poter fare con la presidente Meloni non appena deciderà di incontrarci".

Inutile commentare ciò che si commenta benissimo da solo!