La premier Meloni, questo lunedì, è intervenuta alla Conferenza dei prefetti e dei questori, focalizzando il suo intervento sul contrasto all'immigrazione che, tra le altre cose, cerca ormai di farlo passare nell'immaginario degli italiani come lotta alla mafia:

"... se la legalità è un'assoluta priorità di questo Governo, conseguentemente è una priorità la lotta a ogni mafia, la lotta alla criminalità diffusa e lo è il contrasto all'immigrazione irregolare di massa".

Inutile dire che nel suo discorso, come è solita fare, Giorgia Meloni si è auto celebrata elencando come fantastici e adeguati i provvedimenti messi in atto dal suo governo per mitigare gli sbarchi in Italia: dal piano Mattei al protocollo con l'Albania.

Peccato però che il piano Mattei è solo un titolo che non corrisponde a nulla di realmente concreto per favorire lo sviluppo in Africa... e come potrebbe essere altrimenti, considerando le risorse destinate al progetto. Dell'Albania che dire... prima dei giudici è il protocollo stesso ad essere un assurdo pratico e politico, tanto che per alcune migliaia di arrivi, le persone destinate a quei centri di "detenzione" sono state solo poche decine. E che dire poi del fatto che nessuno, neppure i (post) fascisti al governo sono stati in grado di spiegare perché - visti i costi di costruzione e gestione - sono state costruite in Albania due strutture per dar seguito ad una procedura che in Italia sarebbe costata la decima parte.

Meloni non ha parlato neppure dell'assurdo decreto Cutro, con il quale pretende di far passare i rifugiati come trafficanti di esseri umani e degli accordi con Libia e Tunisia, con i quali Italia e Ue finanziano i trafficanti di esseri umani per schiavizzare, sfruttare, torturare e persino uccidere chi va in cerca di una vita migliore.

Ma oltre all'indecenza, una caratteristica del modus operandi dell'attuale governo, Meloni non ha voluto rinunciare neppure ad un altro tratto distintivo del suo esecutivo: il ridicolo. Ecco che cosa ha avuto il coraggio di affermare:

"Quando si presenta un problema, qualsiasi problema si presenti, ci sono solamente due strade: si può fingere di non vedere il problema; si può affrontare il problema, impattarlo nel tentativo di risolverlo. Chiaramente la seconda delle due strade la più complessa, perché è anche quella per la quale si può sbagliare. E viva Dio, noi sbagliamo tutti, sbagliamo spesso. Però io penso che quello che i cittadini ci chiedono di fare non sia girarci all'altra parte. Io penso che quello che i cittadini ci chiedono di fare sia anche rischiare di sbagliare, ma sicuramente affrontare i problemi, osare, gettare il cuore oltre l'ostacolo..."

Ma chi scrive i discorsi a Meloni è al corrente di quello che sta accadendo in Italia? E Meloni stessa non legge prima in privato ciò che dovrà leggere poi in pubblico?

Senza neppure andare a spulciare il passato, la premier è stata chiamata a chiarire i casi Almasri e Paragon di cui lei, in quanto capo del Governo, è per forza direttamente responsabile. E che cosa ha fatto finora? Ha finto di non vedere il problema, è scappata per non affrontarlo e, soprattutto, per non ammettere di avere sbagliato.

E oggi pretende di far credere l'esatto contrario.