Il 20 febbraio si celebra la Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, assistenziale, socioassistenziale e del volontariato, istituita con la Legge n. 155 del 13 novembre 2020, per riconoscere e onorare l’impegno, la professionalità e il sacrificio di chi ogni giorno si dedica alla cura e al supporto delle persone più fragili.

La giornata nasce dal bisogno di dare valore a chi opera nella sanità e nell’assistenza, soprattutto dopo la pandemia di COVID-19, che ha messo a dura prova il nostro sistema, mettendo in luce l’importanza del personale sanitario e del volontariato.

Il tema della giornata di quest’anno è "Rinnovamento delle professioni per una nuova sanità": un confronto per riflettere sul futuro della sanità e per approfondire l’evoluzione delle professioni e delle competenze necessarie per affrontare le sfide della sanità.

Non si tratta solo di una celebrazione, ma di un momento di riflessione e di azione per migliorare le condizioni di chi lavora in questo settore. E allora come non riportare le parole della premier Giorgia Meloni che, in un video, si è materializzata all'evento per rilasciare la seguente dichiarazione: 

"Questa Giornata è l’occasione per rinnovare ai tantissimi professionisti al servizio della salute il ringraziamento per l’impegno, la competenza e la professionalità che dimostrano ogni giorno, anche nelle situazioni più critiche, per costruire una sanità più attenta ai bisogni dei cittadini. Impegno che, troppo spesso, viene dato per scontato ma che costituisce uno dei presupposti per garantire il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. L’Italia può vantare un’infrastruttura di eccellenza come il Servizio Sanitario Nazionale e le professioni sanitarie rappresentano la colonna portante di questo sistema, che è nostro dovere proteggere, valorizzare e rafforzare. È il motivo per il quale, fin dal nostro insediamento, siamo al lavoro per rendere il SSN più moderno ed efficiente, per dare risposte sempre più adeguate e tempestive ai nostri cittadini e riconoscere ai professionisti della salute ciò che meritano.Abbiamo scelto, per questo, di destinare alla sanità stanziamenti record, portando nel 2025 il Fondo sanitario nazionale a 136,5 miliardi di euro e ad una spesa pro-capite di 2.317 euro. Con gli Accordi di Coesione stipulati in questi anni con le Regioni abbiamo messo a disposizione, inoltre, un miliardo e 300 milioni di euro per investimenti negli ospedali e con la revisione del PNRR abbiamo liberato ulteriori 750 milioni da investire sempre sulla sanità. Abbiamo concentrato le risorse a disposizione sul rinnovo dei contratti dei dirigenti medici e del personale del comparto e per valorizzare il personale, a partire dalla detassazione delle retribuzioni per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere i tempi delle liste d’attesa. Dopo decenni di attesa, poi, abbiamo voluto compiere una piccola ma grande rivoluzione, sostenendo un emendamento parlamentare che chiedeva di stanziare 30 milioni di euro per riconoscere un compenso agli specializzandi di area non medica. Mi riferisco a professionisti come farmacisti, psicologi, biologi, odontoiatri, chimici, fisici e veterinari che finora non avevano beneficiato né di un percorso formativo ben delineato, né di un adeguato riconoscimento economico".

La premier Meloni, senza il minimo pudore, continua a far finta di non sapere che la spesa pubblica, ed in particolare quella sanitaria, va calcolata in percentuale sul Pil. Perché Meloni fa finta d non saperlo? Perché in tal modo chi l'ha votata scoprirebbe che quanto da lei destinato al supporto della salute degli italiani è percentualmente inferiore rispetto agli altri governi.

E a proposito di PNRR è di questi giorni l'allarme lanciato dalla Cgil sugli enormi ritardi nella realizzazione delle opere destinate alla Sanità, tanto da ritenere impossibile che la maggior parte di queste possano esser consegnate entro il 2026, data di scadenza indicata dall'Europa per l'accesso ai fondi comunitari.

Visto che, ad esempio, per una colonscopia i tempi attesa sono in media di un anno, più o meno in tutta Italia, Giorgia Meloni, prima di aprir bocca per vantarsi di ciò che "avrebbe" fatto per la sanità, dovrebbe riflettere per delle ore e poi tacere.