La Superlega minaccia l’Uefa: causa da 3 miliardi

Dopo la vittoria davanti alla Corte di Giustizia risalente allo scorso dicembre, la Superlega ha messo in cantiere la nascita di un nuovo torneo (in parte diverso da quello annunciato nell’aprile del 2021) ma non solo. Sì perché A22, la società che punta a sfidare la Uefa, va oltre e sta valutando se intentare una maxi-causa nei confronti del massimo organismo europeo del calcio. La richiesta danni in questione potrebbe arrivare quota 3,6 miliardi euro. Una cifra assai sostanziosa.


Dal girone unico ai playoff, così cambierà la Champions League

Vedi la tua squadra al ventitreesimo posto e ti vengono i brividi: dove sono finito? Ci si abituerà, come a tutto, ma i primi tempi non sarà facile fare i conti con la nuova Champions. Abituati ai vecchi gruppi, prima due, poi quattro, infine otto, chissà che effetto farà un girone unico da 36 squadre. Con classifica unica, neanche fosse un mega-campionato. D’altra parte questa è la filosofia: un torneo nel quale la situazione potrebbe essere in bilico fino all’ultima giornata, evitando di spogliare d’interesse i turni finale. Poi, naturalmente, con l’eliminazione diretta verrà il bello.

Quindi: 36 squadre. Per l’Italia 4 fisse grazie al ranking Uefa assoluto che ci colloca nei primi 4 posti. Ma c’è una novità: il ranking Uefa stagionale regala un posto in più ai due campionati migliori. Al momento in testa è proprio l’Italia, non sarà facile resistere.

 Nel gruppo si giocano 8 partite invece delle solite 6. Non ci sono andata e ritorno, ma 8 avversarie dirette stabilite dal “sorteggione” di agosto a Montecarlo. Le 36 squadre saranno ordinate in 4 fasce da 9 in base al ranking per club (i campioni di diritto in prima fascia). Ogni squadra sarà accoppiata a 2 rivali di ciascuna fascia, una da affrontare in casa e una fuori.

Finito il gruppo, le prime 8 della classifica direttamente agli ottavi. Quelle dal 9° al 16° posto affrontano quelle dal 17° al 24° posto nei playoff (tipo tennis, con teste di serie): le 8 vincenti raggiungono le 8 prime ai playoff, le 8 perdenti sono eliminate come quelle dal 25° al 36° posto. Altra novità: nessun ripescaggio nelle coppe minori. Chi esce, è fuori dalle coppe.

Le 16 rimaste si sfidano in ottavi, quarti, semifinali, con andata e ritorno, fino alla finale unica, sempre con tabellone tennistico e incroci definiti dall’inizio. Ci sarà un solo sorteggio, quello di agosto. Minimo 15 partite per vincere la Champions, 17 per chi passa dai playoff.

Il sistema rivoluziona anche Europa e Conference League. Gli altri due tornei avranno la stessa formula a 36 squadre e gruppo unico (ma la Conference prevede soltanto 6 partite e non 8). Sembra tutto molto più spettacolare e combattuto. Per la controprova non manca poi tanto.


La Juve fa come… l’Inter: ecco il “parametro zero”, c’è Felipe Anderson

La Juve fa come… l’Inter. In che senso, vi chiederete? Scandagliando il mercato alla ricerca di quella qualità che, unità all’esperienza (si legga carta d’identità un po’ pesante), può accrescere il valore del collettivo a fronte di esborsi contenuti o, nel caso di giocatori in regime di svincolo, limitati al solo ingaggio. Van bene i giovani da valorizzare, in casa bianconera ce ne sono non pochi, stesso dicasi per investimenti più onerosi, leggasi Koopmeiners, ma dal mercato dei parametri zero, insegna Beppe Marotta, arrivano opportunità da cogliere: quella su cui la Juve ha deciso di puntare, a prescindere da tutto quanto succederà da qui a giugno, si chiama Felipe Anderson.
Una pista da perseguire senza indugi, scrive oggi Tuttosport, sfruttando il contratto in scadenza del brasiliano e la distanza tra le sue richieste e la posizione della Lazio. E questo, viene espressamente ribadito, indipendentemente da come proseguiranno i discorsi per il rinnovo di Chiesa, contratto in scadenza nel 2025. Stesso discorso pure per la guida tecnica, che c’è e dovrebbe continuare a esserci, visto che anche Allegri ha ancora un solo anno e mezzo di contratto.

Ma prima di affrontare tutto questo – il posizionamento in campionato e l’eventuale partecipazione al Mondiale per Club sono fattori che andranno a incidere sulla programmazione bianconera – c’è l’obiettivo di cui stiamo scrivendo. In settimana allora è previsto un incontro con la sorella agente di Felipe Anderson: i dirigenti bianconeri contano di imbastire con Juliana Gomes le basi di un accordo che sia migliorativo ai 3.5 milioni di euro a stagioni (superando così la proposta laziale), con un triennale che per un giocatore che ad aprile compirà 31 anni rappresenta un’ultima grande opportunità in carriera.


Napoli, De Laurentiis torna sul caso Spalletti: “Avrei dovuto trattenerlo, lo liberai per riconoscenza”
Spalletti, Superlega, le ambizioni Champions e il rapporto con gli arbitri. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis ha indetto una conferenza stampa come annunciato dopo l’1-1 interno contro il Monza, ma nel corso dell’evento il numero azzurro ha toccato i temi più disparati senza filtri come consuetudine. “Spalletti aveva lo stesso contratto di Benitez – ha spiegato -, l’opzione inserita è unilaterale ed entro un determinato periodo potevo esercitarla e ho fatto bene a farlo. Non esiste la carineria quando guidi un’impresa e negli Stati Uniti mi considerano un avvocato rompiscatole. Il 21 aprile gli ho mandato la Pec con l’esercizio dell’opzione, volevo spronarlo dopo le tre partite col Milan. Mai mi sarei aspettato che Spalletti un mese dopo mi comunicasse l’intenzione di volersi prendere un anno sabatico”.

LA ROTTURA CON SPALLETTI
L’addio di Spalletti sorprese la società Napoli e lo stesso De Laurentiis che per trovare un sostituto, poi individuato in Rudi Garcia, impiegò diverso settimane: “Quando cerchi qualcuno, trovi anche chi non è interessato – ha svelato il presidente azzurro -. Poi non mi davo per vinto, volevo trattenere giuridicamente ma anche amichevolmente Spalletti, anche se mi venne il dubbio che Gravina lo avesse già contattato, ma non ho le prove. Il mio errore è stato di non tenere il punto fermo ed andare in causa. L’ho liberato per riconoscenza. Voleva essere avvisato prima? E perché? Io ho un carattere difficile, ma non lo sono. Spalletti probabilmente ha bisogno di andare a briglia sciolta e in Nazionale sta bene perché non allena tutti i giorni”.

De Laurentiis ha provato a trovare una spiegazione tecnica alla decisione di lasciare il club di Spalletti: “Forse avrà immaginato di aver tratto il massimo dal gruppo, ma non posso capire la sua scelta. Umano per uno che non ha mai vinto nulla in Italia o in Europa, con tanti problemi negli spogliatoi, voglia lasciare da grande vincitore con un successo. Questa è l’unica interpretazione non malevola che voglio dare, lasciando stare l’idea della Nazionale”.

LA SCELTA DEL NUOVO ALLENATORE
“Thiago Motta era uno dei possibili allenatori che ho valutato – ha confermato De Laurentiis durante la conferenza -. Ho parlato con lui sei ore a Roma l’anno scorso e già lì mi disse che la sua ambizione è di allenare un club fuori dall’Italia. La scelta di un allenatore dev’essere bilaterale. Anche con l’avvocato-agente di Luis Enrique abbiamo parlato tre giorni, poi ha scelto il Psg. Ci sono club più blasonati del Napoli che hanno una maggiore attrazione. Anche Dragusin è un esempio, nonostante gli abbia offerto più soldi ha scelto l’Inghilterra”.

IL CARATTERE DI DE LAURENTIIS E I RIFIUTI
L’idea di poter essere il problema, con il suo carattere e il modo di lavorare, la causa dei tanti rifiuti ricevuti non sfiora De Laurentiis: “Non penso di esserlo – ha ribadito -. I giocatori più importanti li ho portati e trattati io, anche Spalletti non l’ha portato Giuntoli quando Gattuso non si sentiva bene con il problema all’occhio. Andai a Milano e lo convinsi ad accettare. Arrivò terzo e gli venne scritto di tutto, che se ne sarebbe dovuto andare; Napoli è una città complessa e bisogna avere l’umiltà di accontentare. Se non ci fossi io lo stadio del Napoli non si farebbe così come il centro sportivo. Ci sono i miei soldi personali a garanzia”.

L’ARRIVO DI RUDI GARCIA, L’ESONERO E LA PREPARAZIONE ATLETICA
Nel corso della conferenza stampa, De Laurentiis ha parlato anche della scelta di Rudi Garcia per sostituire Spalletti sulla panchina del Napoli: “Farei causa a chi gli diceva che era bollito visto tutto quello che ha fatto in carriera. A Capodimonte mi disse di non aver visto le partite del Napoli, ma lo presi come fosse un gioco. Più avanti però ha dimostrato di voler andare avanti con un proprio percorso, ma quando a Spalletti demmo nuovi giocatori li adoperò subito. Garcia perché non ha utilizzato Lindstrom e Natan? Se l’avessi cacciato subito cosa avreste detto tutti, ci sarebbe stata la rivoluzione. Stessa cosa se avessi portato subito Mazzarri. A Garcia ho dato diverse opportunità e quando ha ascoltato, come a Lecce, abbiamo vinto 4-0. Ero sempre qui, poi mi allontanavo faceva cose discutibili e perdevamo”.

Poi l’esonero: “Contro l’Empoli gli ho detto che stava sbagliando. All’intervallo scesi nello spogliatoio e gli dissi: ma che cazzo stai combinando? Vuoi veramente farti mandare via? Mi disse di lasciarlo stare e alla fine è andata così. Finita la gara l’ho mandato a f…”.

Discorso preparazione atletica. “Avevamo Sinatti e Garcia con il suo fare da puzza sotto il naso mi disse di volerlo mandare via, con lo stesso Sinatti che non voleva restare sotto Rongoni. I due hanno litigato e alla fine ho sbagliato mandando via Sinatti. Dovevo andare da Garcia e dirgli: fuori tu o Rongoni. Ho pensato tante volte di esonerare Garcia, ma ero interessato affinché le cose andassero bene. Ho chiamato due volte il preparatore perché avrebbe dovuto fare le stesse cose fatte da Spalletti”.

SERIE A COME LA PREMIER LEAGUE
Negli ultimi giorni ha fatto discutere la riunione tra Inter, Juventus e Milan con la volontà di una maggiore indipendenza della Serie A dalla Figc seguendo il modello inglese della Premier League. “Lo dico da 10 anni. L’Inghilterra è l’unica che fattura bene, qui da noi i tifosi sono voti e i politici non vogliono negargli la frequentazione degli stadi affinché possano fare ciò che vogliono. Cancelliamo la legge Melandri che ha rovinato il calcio, abbiamo svenduto i diritti tv per i prossimi cinque anni. La Lega è inesistente. Questo è un mondo dove non esiste logica e bisogna tagliare le cose con l’accetta. Io divento sgradevole e antipatico, ma in realtà sono propositivo, ma in Italia se lo sei diventa un problema”.

Il FILM SULLA STAGIONE DELLO SCUDETTO E IL RIMPIANTO CHAMPIONS
Ripercorrendo l’annata 2022/23 culminata con lo scudetto, De Laurentiis ha anche annunciato l’uscita di un film sulla cavalcata in campionato del Napoli, ma non nascondendo anche una certa delusione: “Il bell’impasto a un certo punto non è lievitato come avrebbe dovuto. Ci sono rimasto malissimo nell’uscita dalla Champions, mi aspettavo di poterla vincere. L’Inter a cui abbiamo dato 20 punti di distacco è andata a un passo dal vincerla, perché non avremmo potuto giocarcela noi? Vincere lo scudetto è stato importantissimo, ma anche la Champions League o andare in finale che mi avrebbe portato al Mondiale per Club che vale circa 100 milioni di euro. Non dimenticatevi che l’anno scorso è stato più semplice di questo: il Liverpool arrivò quinto, l’Ajax terzo. I successi meritatissimi quest’anno non sarebbe stato così facile realizzarli”.

Tutto quello che ho raccontato e anche la voglia di Spalletti di rimanere sul pezzo per non cadere in distrazione è presente nel film che sto finendo di montare. Uscirà ad aprile nei cinema”.

IL FUTURO DEL NAPOLI
Le aspettative per il futuro del Napoli sono alte e De Laurentiis non si è tirato indietro: “Io guardo già al 2030 e sto immaginando ciò che devo fare perché in quel momento questa squadra e questa città siano economicamente pronte per competere con le squadre più forti al mondo. Questo è il mio obiettivo. Noi siamo sul pezzo, anche con i giovani e col vivaio. Sono sempre stato l’alfiere di questa città e quando vedo che dall’altra parte c’è della critica non necessaria, penso che non si ragioni da tifoso. Non mi intasco gli 80 milioni di utile (e 147 di riserve) perché non mi servono. Giuntoli? E’ stato otto anni con noi e nessuno mi ha mai detto niente, nascondendomi che fosse juventino. L’avessi saputo non l’avrei preso con tutto il bene che gli voglio”.

IL SIGNIFICATO DELLA CONFERENZA
De Laurentiis aveva promesso di spiegare ogni sua scelta con una conferenza stampa e l’ha fatto. “Ho spiegato che la scelta di Garcia era stata fatta per le sue credenziali, non per niente bollito e in Europa aveva fatto meglio di Spalletti. Io voglio vincere il più possibile, voglio dare dignità al Napoli. Combattiamo però in un contesto ancora sbagliato, ma siamo l’unica squadra in Italia con un bilancio in attivo e che gioca contro squadre che hanno quasi un miliardo di debiti, che non dovrebbero iscriversi al campionato. Ce la mettiamo tutta, ma fatturiamo la metà di Juventus, Milan e Inter. Dobbiamo essere perfetti, ma perché devo usare i miei soldi per sistemare il Maradona o per un centro sportivo all’avanguardia? In Lega si parla molto, ma a parte pochi come me dove sono i veri presidenti alle riunioni? Nel Consiglio di Lega decidono in pochi, perché? Perché fa comodo a Lotito”.

IL RINNOVO DI KVARATSKHELIA
“Ho chiamato il suo clan tre mesi fa e ci siamo già riuniti. Gli ho scritto quello che avrei voluto fare e come allungare il nostro contratto. Mi hanno risposto che stanno bene al Napoli e che a fine campionato ne avremmo riparlato”.

CENTRO SPORTIVO E STADIO
“Fra un anno e mezzo devo lasciare Castel Volturno e devo iniziare i lavori. In 3-4 mesi devo finire la progettazione del centro sportivo nuovo che sarà di 30 ettari. Afragola e litorale di Pozzuoli. Sullo stadio sono stato chiaro con il sindaco: o troviamo un accordo nei prossimi 4 mesi o andiamo da un’altra parte a farlo. Lo stato non ci aiuta”.