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I risultati della Lega alle ultime regionali potrebbero diventare un problema per il governo in vista degli appuntamenti elettorali del 2025

"Buongiorno Umbria! Questa mattina si respira finalmente aria nuova, le cittadine e i cittadini umbri si sono finalmente liberati di un’amministrazione regionale che ha fatto per cinque anni l’interesse di pochi ignorando i bisogni di tutti gli altri. Che ha smantellato uno dei migliori servizi sanitari del paese regalando ai privati tutto quello che poteva, ha depotenziato gli ospedali, ha umiliato le professionalità sanitarie e privato i cittadini del diritto alla salute.Da oggi inizia la difficile opera di ricostruzione sotto la guida di Stefania Proietti, una donna che ha saputo lavorare insieme a una coalizione ampia, nata a partire dai programmi e dalle idee. Niente tavoli dell’ultimo minuto, niente manovre di palazzo, niente accozzaglie per perdere dignitosamente. Un programma, una coalizione, una candidata forte e tanto entusiasmo. L’Umbria, come già è stata la Sardegna, è il modello da seguire anche per il contesto nazionale. Giorgia Meloni, che in Umbria ci ha messo la faccia, si può battere.E poi un’altra bella notizia. La sinistra ecologista torna in consiglio regionale dopo quindici anni. Alleanza Verdi e Sinistra si conferma un cardine della coalizione progressista e siamo felici che a rappresentarla ci sia Fabrizio Ricci, una persona di grande competenza che ha fatto una campagna elettorale bellissima.C’è tanto da fare. Sanità, lavoro, servizi, diritti. Mettiamoci al lavoro, insieme".

Così Elisabetta Piccolotti (AVS) ha festeggiato oggi il risultato delle regionali in Umbria, cui si aggiunge quello ancor più netto dell'Emilia Romagna, dove non c'è stata gara, con il sindaco di Ravenna De Pascale che ha vinto a mani basse.

Alla coalizione di destra in Umbria non è servito ricorrere alle boutade del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi che, nelle intenzioni di chi lo aveva voluto nella squadra avrebbe dovuto forse contribuire al risultato come aveva fatto Vannacci alle Europee per la Lega. 

Così non è stato e la candidata leghista Tesei stavolta non ha fatto il pieno di voti, come avvenne cinque anni fa, quando il suo partito si avvicinò quasi al 40% dei consensi! Oggi, la Lega non è più neppure un partito da doppia cifra ed è persino sotto Forza Italia che nel simbolo continua a presentare il nome di un defunto!

Dopo aver perso il presidente della Sardegna, adesso Salvini ha perso pure quello dell'Umbria. Se questo è il trend del suo partito, c'è il rischio che in Lombardia e Veneto alle prossime elezioni il candidato presidente non sia più un candidato della Lega... e perché dovrebbe? In Liguria, inoltre, la destra ha vinto con un sindaco che si è proclamato meloniano.

Adesso, con un trend che appare in controtendenza - in Liguria le destre hanno vinto non tanto per colpe da attribuire ai 5 stelle quanto grazie ai voti arrivati dal feudo di Imperia dell'acquirente di immobili a sua insaputa Claudio Scajola - e con l'economia che ha iniziato a presentare il conto all'inazione del governo Meloni, gli appuntamenti elettorali del prossimo anno potrebbero causare contrasti destinati persino a interessare le sorti dello stesso esecutivo.

Autore Egidio Marinozzi
Categoria Politica
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