La rete degli studenti di Castellammare di Stabia aderisce alla campagna contro il DDL Sicurezza
La "Rete degli studenti Medi" di Castellammare di Stabia aderisce alla campagna contro il DDL Sicurezza. I membri di questa rete si stanno adoperando nelle ultime ore a preparare attività di carattere mediatico e locale per chiarire la propria posizione in senso ostile in merito al DDL sicurezza, un argomento che ha prodotto su scala nazionale una necessità di riflessione in tal senso, ma soprattutto la necessità di rivedere le diverse visioni etico-politiche degli ultimi anni.
La "Rete degli studenti Medi", di Castellammare di Stabia, tra le varie iniziative, ha lanciato un #ildissensononsizittisce e ha creato a sua volta tavoli di confronto con studenti provenienti da vari istituti e indirizzi, perché sostengono che nessun uomo sia un'isola e che, in quanto tale, ogni individuo debba poter lottare per esprimere il proprio pensiero libero e incondizionato, così come cita l'art. 21 della Costituzione italiana.
Dopo esser stato approvato alla Camera, il Senato si appresta a discutere il DDL Sicurezza, un insieme di provvedimenti volti a restringere la libertà di manifestare e a reprimere il dissenso.
La nuova legge introdurrà più di venti nuove tipologie di reati e circostanze aggravanti.
La normativa includerà disposizioni mirate a contrastare attivisti climatici e istituire un nuovo reato denominato "antiproteste contro la TAV o il Ponte". Un'altra norma etichettata "anti-Gandhi" introduce il crimine di resistenza passiva anche per i detenuti in carcere che effettuino delle proteste, così come per i migranti nei centri di permanenza. La stessa norma vieta anche l'uso della cannabis light, adesso inserita nella tabella dei narcotici. Impedisce inoltre ai migranti privi di documenti l'acquisto di una SIM card per comunicare con i propri familiari.
Questa normativa, fortemente sostenuta dalla Lega e da Salvini, è mirata a reprimere coloro che protestano contro le politiche del governo. Una delle disposizioni più controverse è la revoca della possibilità di posticipare la pena per le madri detenute con figli di età inferiore a un anno. Secondo il centrodestra, l'obiettivo di questa misura è contrastare il fenomeno del borseggio da parte delle rom, nonostante le opposizioni abbiano sollevato dubbi sulla sua efficacia e conformità costituzionale. Il testo contempla la opzione di non applicare automaticamente una riduzione di pena per le donne, decisione che ha provocato critiche. Forza Italia ha già proposto una modifica per ripristinare l’obbligo di trasferire le madri con figli di età inferiore a un anno in strutture alternative al carcere, al fine di garantire condizioni più umane.
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