Vediamo un po'... Di chi è che potrebbe essere la colpa? Ma di Nerone... e di chi altri? Nella capitale, intorno alle 17 si è sviluppato un enorme incendio nella zona di via Casilina.
Le fiamme avrebbero interessato diverse zone e più autodemolitori in via Togliatti, da cui l'incendio potrebbe essersi sviluppato per poi propagarsi anche in un'area abbandonata accanto al parco archeologico di Centocelle. Evacuate due abitazioni. Una densa nube di fumo nero è visibile in tutta la zona est della Capitale, compreso il Circo Massimo dove stasera si esibiranno i Maneskin.
Notizie di agenzia hanno informato che Nerone, nonostante i precedenti, stavolta non sarebbe responsabile dell'ennesima brutta figura dell'amministrazione capitolina. È morto da tempo. Molti giornalisti, specialmente quelli "de sinistra", dopo aver telefonato per conferma a Italia Viva e Partito Democratico, hanno allora ipotizzato che la responsabilità non potesse che essere attribuita a Ignazio Marino o, comunque, a Virginia Raggi.
Anche in questo caso però, dopo accurati controlli con numerose telefonate di verifica si è appurato che i due non sono più sindaci... E allora di chi dovrebbe essere la colpa se non del sindaco attuale, Roberto Gualtieri? Eh no! In questo caso, le responsabilità sono da ricercare altrove.
Fino a poco tempo fa, quando i sindaci non erano "allineati" alle passate e consolidate abitudini capitoline, bastava che a Roma si trovasse una cicca per terra e subito agenzie e giornali, di qualunque tendenza, tramite i loro canali avrebbero titolato DISASTRO MARINO o DISASTRO RAGGI. Oggi, invece, almeno per i media di centro e presunta sinistra, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non è comunque responsabile di ciò che di negativo accada a Roma.
Così i cinghiali che una volta erano della Raggi e che oggi continuano a scorrazzare per alcune delle vie della capitale non sono più di nessuno. Idem per la monnezza... Anche adesso in alcune zone della capitale i rifiuti stazionano per giorni, così come avveniva al tempo della Raggi... ma con Gualtieri, invece non sono più un problema da meritare le prime pagine, o almeno con la frequenza di una volta.
E riguardo alla Raggi e ai rifiuti, cade a proposito la solita inchiesta di Report, commentata così, alcuni giorni fa dalla ex sindaca pentastellata:
"Ho visto su Rai3 l'inchiesta di Report “Il sacco di Roma”: un'indagine giornalistica, realizzata da Daniele Autieri, che ha portato alla luce cosa c’è dietro la gestione dei rifiuti nel Lazio e a Roma. Mi è venuto un nodo allo stomaco perché finalmente, seppur in ritardo, inizia ad emergere la verità.Sono stata massacrata pubblicamente per cinque lunghi anni e ho ricevuto ogni tipo di accusa solo perché mi opponevo ad un “modello” di gestione dei rifiuti della Regione Lazio. Per anni abbiamo combattuto una guerra contro il malaffare e la criminalità organizzata che tiene sotto scacco la gestione dei rifiuti della Capitale degli italiani.Mi preme, però, una precisazione nella ricostruzione degli avvenimenti. Come Giunta, abbiamo sempre puntato sulla differenziata. Non tutti sanno, ad esempio, che nel 2018 eravamo riusciti a portare in due anni la differenziata al 70% in due Municipi coinvolgendo 500 mila abitanti (equivalenti e due medie città italiane). Con questi numeri avremmo realizzato il nostro programma, e Roma sarebbe stata libera dai rifiuti in strada. Ma, probabilmente, a qualcuno non andava bene...I roghi criminali dell'impianto di trattamento dei rifiuti al Salario di fine 2018 (e da allora chiuso) e quello dell'impianto superstite di Rocca Cencia ad inizio 2019, ci hanno costretto a tornare indietro. Il personale che gestiva il “porta a porta” nei due municipi è stato dirottato per la gestione dell'emergenza nel resto della città ed abbiamo dovuto “annullare” il programma per la differenziata.I due roghi e quello di migliaia di cassonetti hanno inciso non solo sullo smaltimento dei rifiuti ma sulla vita democratica di Roma e dei suoi cittadini.La gestione dei rifiuti romana ha tanti protagonisti, ognuno con i propri interessi e le proprie simpatie politiche. E i cittadini che purtroppo si ritrovano ad essere vittime inconsapevoli di una narrazione strumentale e incompleta. Ricordo ancora che quando gli impianti andavano in fiamme, sui giornali a me veniva imputata la responsabilità per i mancati controlli, salvo dimenticare che “casualmente” le telecamere degli impianti di vigilanza erano state manomesse.Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 non sono mai state fornite valide alternative dalla Regione Lazio. A questo si aggiunge la chiusura di diverse discariche e impianti della Regione. Intanto c'è stata un'indagine della Procura che ha portato agli arresti della responsabile della direzione Rifiuti della Regione Lazio, per ipotesi di corruzione.Negli anni abbiamo anche chiesto il commissariamento della Regione Lazio sui rifiuti (d'altronde lo è già per la provincia di Latina) per poterci liberare da vincoli a questo punto evidentemente non solo giuridici. Questi sono i fatti.L’inchiesta di Report ha reso pubbliche le innumerevoli richieste di aiuto che, come Giunta, avevamo rivolto alla Regione Lazio e al commissario degli impianti di trattamento dei rifiuti a Malagrotta. Poche risposte, tardive e precarie.Sono stata attaccata per anni ma la verità sta finalmente venendo fuori. Volevo soltanto difendere la mia città dalla mala gestione che per decenni ha privato Roma e i suoi cittadini di un normale sistema di gestione del ciclo dei rifiuti. Eppure non si è alzata alcuna voce a difesa di Roma e della sua amministrazione. Intanto, noi abbiamo rimesso in regola i conti dell’Ama, la società che raccoglie i rifiuti in città: abbiamo trovato un buco per 250 milioni di euro nelle precedenti gestioni a partire dal 2003. Anche in questo caso silenzio.Ora cosa si può fare? E' questa la domanda che si fanno tutti i cittadini. Grazie all'ordine che avevo riportato nei conti di Ama e del Comune, avevamo messo da parte un tesoretto di centinaia di milioni di euro e messo nero su bianco un piano da 340 milioni di euro con i quali Ama può ancora divenire proprietaria di impianti moderni di gestione dei rifiuti. Avevamo iniziato a comprare camion nuovi (quelli che finalmente si vedono in strada), assunto nuovi lavoratori e progettato la realizzazione di nuovi impianti.Vedere la città ridotta così mi fa male. I programmi ci sono. Si tratta soltanto di realizzarli e non tornare indietro".
A poco più di una settimana dalle dichiarazioni della Raggi, ecco che d'improvviso (vedi la coincidenza!) rispunta nuovamente sulla scena politica nazionale Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, ieri con un articolo manifesto su TPI, oggi con un'intervista alla Tv online Metropolis del gruppo Gedi (Agnelli), in cui il presidente della regione Lazio ha corretto la dichiarazione con cui in passato definì Conte "un punto di riferimento per la sinistra italiana", spiegandone il motivo in questi termini:
"Lo dissi in un momento particolare: all’indomani dell’elezione di Conte a premier di una nuova alleanza. Ma che ora sia punto di riferimento, mi pare una cosa superata. Un dato di fatto, non un giudizio, eh".
E adesso, se qualcuno vuol credere al caso e alle coincidenze... buon per lui.