Prosegue lo show "Trump contro tutti" a poco più di una decina di giorni dal voto. E in attesa dell'ultimo confronto tv di giovedì, nonostante l'impegno profuso, Trump non è però finora riuscito a recuperare lo svantaggio che, in base alle preferenze a livello nazionale, lo vede in svantaggio di una decina di punti dal rivale Biden.

Trump, per recuperare il gap dal suo sfidante, ha sparato la carta del figlio di Biden che, dopo esser stato descritto come corrotto per aver fatto affari in Ucraina, adesso viene spacciato dal presidente Usa come un burattino nelle mani del Governo cinese.

Purtroppo per Trump, il New York Times, spulciando le sue dichiarazioni dei redditi, ha trovato un conto corrente aperto da una sua azienda in una banca cinese. Ma l'amministratore della Trump Organization, Alan Garten, ha giustificato l'apertura del conto per pagare le tasse locali per l'avvio di iniziative imprenditoriali che poi non si sarebbero concretizzate... sebbene il conto bancario rimanga aperto.

A dire il vero, però, i suoi sforzi per registrare alcuni dei suoi marchi ad Honk Kong e in Cina, iniziati dal 2006, sono stati premiati dopo che Trump è diventato presidente. Ed anche la figlia, Ivanka, ha ottenuto la registrazione del marchio di una sua attività personale in Cina dopo essere entrata a far parte dello staff della Casa Bianca.

E non è da dimenticare neppure che fino all'anno scorso, la più grande banca cinese controllata dallo Stato ha affittato tre piani nella Trump Tower di New York, con un contratto di locazione importante che non può non far sorgere più di una domanda su un possibile conflitto d'interessi da parte di Trump. 

Ma Trump dice che i Biden, nel senso di padre e figlio, sono dei criminali...

Il principale problema del presidente è di far dimenticare agli elettori la pandemia e il modo in cui lui l'ha gestita, indicata dai sondaggisti come il problema principale che si frappone tra lui e la sua rielezione. 

Così, per far dimenticare il contagio, oltre a nasconderlo cercando di porre l'accento su altri temi, Trump cerca anche di sminuirne la gravità.

Il Covid è una malattia da cui si guarisce ed un vaccino è ormai disponibile... o quasi: questa è la sua teoria. Per diffonderla, organizza comizi negli Stati in bilico chiamando a raduno decine di migliaia di persone che gomito a gomito, e spesso senza mascherina, urlano gli slogan della sua campagna... in attesa di diventare i prossimi contagiati.

Ma anche in questo caso Trump non è molto fortunato. Infatti, nel comizio di ieri a Erie in Pennsylvania, doveva essere accompagnato dalla moglie Melania che ha però declinato l'invito dicendo di avere la tosse e di essere ancora malata a causa del Covid, da cui anche lei era stata contagiata.

Non un grande endorsement per Trump che deve combattere anche con i numeri del contagio che da giorni hanno ripreso a crescere negli Stati Uniti: nelle ultime 24 ore sono oltre 60mila i nuovi casi di coronavirus e più di 900 i decessi.

E per avere la riprova che la buona sorte, a causa della pandemia, ha ormai voltato le spalle a Trump basta guardare la raccolta fondi della sua campagna per le presidnziali. In primavera, gli organizzatori della campagna di Trump avevano raccolto quasi 190 milioni di dollari in più rispetto a Biden, dopo che quest'ultimo era già diventato il candidato dei democratici. Ad ottobre, Trump ha raccolto  251 milioni di dollari, mentre son stati 432 quelli raccolti da Biden.

Ed è anche per questo motivo che Trump è costretto a ricorrere ad organizzare comizi ovunque, perché non ha abbastanza fondi per pareggiare la campagna pubblicitaria di Biden.