Tra ieri e oggi, la coppia che ha gestito la pandemia in Lombardia - l'assessore al Welfare Giulio Gallera e il presidente della regione Attilio Fontana - erano in Procura a Bergamo per essere ascoltati come persone informate dei fatti dai magistrati che indagano per epidemia colposa sulla gestione dell'emergenza Coronavirus in relazione alla mancata chiusura del pronto soccorso dell'ospedale di Alzano, sui morti nelle Rsa e sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca.

"Molto utile e positivo" ha riassunto la sua audizione Giulio Gallera, a margine della inaugurazione della nuova terapia intensiva al Sacco di Milano, ai cronisti che gli chiedevano come fosse andata. Gallera ha descritto i magistrati come "persone che vogliono approfondire in un clima di grande serenità e collaborazione. Noi siamo qua per dare i giusti approfondimenti", aggiungendo di non aver nulla da rimproverarsi per il suo operato.

Oggi, in mattinata, i magistrati Bergamo hanno sentito Attilio Fontana. Dopo due ore e mezza, tanto è durata la sua audizione, il presidente della Lombardia è stato accolto fuori dalla Procura da un gruppo di contestatori che gli hanno urlato contro "vergogna", "dimettiti", "criminale"... nonostante la presenza di forze dell'ordine.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, queste sarebbero state le dichiarazioni rilasciate ieri da Gallera in merito al proprio operato, a partire da quanto accaduto nella bergamasca e sul ritardo nel circoscrivere l'area del primo focolaio in quella provincia, identificato tra Alzano e Nembro:

"Noi aspettavamo Roma, fino all'inizio di marzo avevamo sempre proceduto d'accordo con il governo su quel tipo di provvedimenti". ...Gli inquirenti hanno accertato che molte delle persone che erano arrivate nell'ospedale di Alzano Lombardo, con sintomi riconducibili a Covid, già a metà febbraio erano residenti proprio a Nembro, il paese confinante. Perché quindi non era stato chiuso l'ospedale? Perché non era stato deciso di isolare i due paesi? L'assessore ha dichiarato che solo dopo ha verificato che anche il Pirellone avrebbe potuto decidere per la chiusura: "Ma in quella fase ci eravamo sempre relazionati con l'esecutivo e con l'Istituto superiore di sanità". Gli altri due fronti toccati invece dai pm con l'assessore sono stati i troppi decessi nelle Rsa e la chiusura del presidio ospedaliero di Alzano, il 23 febbraio, durata solo poche ore, a differenza di quello di Codogno. L'assessore ha ribadito di aver ricevuto rassicurazioni sulla sanificazione, in quella fase, dall'azienda ospedaliera, spiegando che l'ospedale poteva restare aperto per far fronte all'emergenza.