Il dramma per Putin è come continuare a fare il dittatore della Russia facendo finta che la Russia sia una democrazia. Finora si era accontentato di utilizzare Medvedev come sua emanazione alla guida del Paese, scambiandosi con lui i ruoli di presidente e capo del governo.
Ma, evidentemente, Putin o non si fida più del suo delfino oppure si è stancato dell'attuale commedia e vuole così ritagliarsi un ruolo che in futuro gli possa consentire di continuare a governare, pardon, comandare, la Russia indisturbato senza vedersi costretto ogni volta a cambiare poltrona.
Per tale motivo, nel suo discorso annuale sullo Stato della nazione, rivolto al Parlamento, Putin ha annunciato modifiche alla Costituzione che, se approvate, trasferiranno parte del potere dal presidente alla Duma.
Quasi inutile ricordare che Putin, nel 2024 alla scadenza del suo quarto mandato, dovrà dimettersi dall'incarico di presidente della Russia.
A seguito delle dichiarazioni di Putin, l'attuale premier Dmitri Medvedev - a sorpresa - ha annunciato le proprie dimissioni e quelle del suo esecutivo per facilitare i cambiamenti annunciati da Putin: "In questo contesto, è ovvio che in quanto governo della Federazione Russa - ha detto il premier dimissionario - dobbiamo fornire al presidente l'opportunità di prendere le decisioni necessarie. E in queste circostanze ritengo che sia giusto che nel rispetto dell'articolo 117 della Costituzione, il governo russo nell'attuale composizione si dimetta".
Putin, dopo aver accolto le dimissioni, ha chiesto al governo di restare in carica fino alla nomina di un nuovo esecutivo e ha proposto che Medvedev vada a occupare la poltrona di nuova creazione di vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale, secondo quanto riportato dall'agenzia Ria Novosti.
Tra le principali novità della riforma costituzionale, oltre ad affidare alla Duma la nomina del governo e del primo ministro (attualmente il ruolo del Parlamento è quello di ratifica della scelta che spetta invece al presidente), maggiori responsabilità saranno affidate al Consiglio di Stato (attualmente presieduto da Putin), le norme del diritto internazionale saranno limitate, le regole che limitano i presidenti a due mandati consecutivi verranno modificate, mentre saranno posti nuovi vincoli sulla possibile candidatura a presidente da parte di cittadini stranieri.