Giovedì la Camera ha approvato in prima lettura il decreto sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza Covid-19, il cosiddetto decreto "Green Pass" che adesso dovrà essere approvato in via definitiva al Senato.

Il decreto è stato approvato con 259 voti a favore, 34 contrari e 2 astenuti. 

Anche la Lega si è schierata con il Governo, salvo che, in dichiarazione di voto, Claudio Borghi ha detto:

"... Grazie al nostro atteggiamento - che qualcuno considera irresponsabile, ma che io considero doveroso da parte della Lega, per portare e rivendicare delle posizioni che portino a dei risultati per i nostri cittadini - abbiamo ottenuto, in sede di ordini del giorno, degli impegni importanti: le risorse per i tamponi a prezzo simbolico, l'aumento a dodici mesi della validità dei green pass per i guariti, il riconoscimento a breve dei tamponi salivari rapidi, la tutela dei lavoratori con la quarantena, un inizio per l'indennizzo dei danni da vaccino e il riconoscimento per l'utilizzo dei monoclonali. Rivendico infine il lavoro fatto bene – bene! - con Fratelli d'Italia, perché è opportuno che, in questi casi, in questo Parlamento, ci siano argomenti che passino oltre alle maggioranze momentanee di Governo".

Da ricordare che la posizione no green pass sbandierata da Salvini per arginare il consenso raccolto dalla Meloni nei sondaggi era stata bocciata dai ministri leghisti al Governo e dai presidenti di regione del centrodestra, compresi quelli della Lega.

In pratica, la Lega cerca di far passare come una vittoria l'arretramento su tutti i fronti, persino spacciando degli ordini del giorno come norme già approvate.

Inoltre, nel Consiglio dei ministri odierno, il Governo ha esteso l'obbligo del green pass anche al personale esterno (come gli addetti alle mense e alle pulizie) di scuole e università e ai lavoratori delle Rsa.