Nella seconda giornata degli incontri di andata per i quarti di finale di Champions League, tante sono state le magie cui abbiamo assistito e che ci hanno fatto ricordare la bellezza del gioco del calcio, anche se in gran parte controbilanciate dalle follie difensive del Dortmund e di Donnarumma. 

A Madrid, l'Atletico ha battuto 2-1 il Dortmund, finendo in vantaggio di due reti il primo tempo grazie a due papere della difesa tedesca in fase di avvio dell'azione. I gol sono stati segnati da De Paul e Lino. Il Borussia accorcia nella ripresa con Haller e nel recupero sfiora il pareggio con l'incrocio dei pali colpito da Brandt.

Il PSG è stato sconfitto in casa per 2-3 da un Barcellona animato da un ispiratissimo Raphinha, autore di una doppietta. Per i francesi, però, il risultato avrebbe potuto essere diverso se Donnarumma avesse fatto non il fenomeno, ma il portiere: sono solo sue le responsabilità sulla prima e sulla terza rete dei catalani.

Sulla prima rete del Barca, Donnarumma in uscita riesce solo a sfiorare un cross all'altezza del dischetto del rigore, con la palla che resta disponibile per Raphinha che col piatto sinistro infila in rete, nonostante due difensori del Paris presidino la linea di porta. 

La terza rete per gli spagnoli  è di Christensen, che nell'area piccola schiaccia di testa la palla del corner battuto da Gundogan, infilando nuovamente il portiere della nazionale italiana, stavolta inspiegabilmente incollato sulla linea di porta, quando invece avrebbe dovuto intervenire: in quella zona di campo i palloni a centro aerea da corner devono essere sempre contesi dal portiere... proprio per evitare quello che invece è accaduto.

Questa la sequenza delle reti. Il primo gol di Raphinha arriva nei primi 45 minuti. Nel secondo tempo, Dembélé e Vitinha in due minuti ribaltano il risultato, portando in vantaggio il PSG. Poi, Raphinha pareggia con un gol capolavoro, finalizzando un assist altrettanto stupendo di Pedri. Infine, subentrato da pochi minuti, Christensen fissa il risultato sul 2-3.