"E nel segno della speranza è stato l’ultimo incontro, nella terra degli Inuit, con giovani e anziani. E vi assicuro che in questi incontri, soprattutto l’ultimo, ho dovuto sentire come schiaffi il dolore di quella gente: gli anziani che hanno perso i figli e non sapevano dove fossero finiti, per questa politica di assimilazione. È stato un momento molto doloroso, ma si doveva mettere la faccia: dobbiamo mettere la faccia davanti ai nostri errori, ai nostri peccati. Anche in Canada questo è un binomio-chiave, giovani e anziani, è un segno dei tempi: giovani e anziani in dialogo per camminare insieme nella storia tra memoria e profezia, che sono in accordo. La fortezza e l’azione pacifica dei popoli indigeni del Canada sia di esempio per tutte le popolazioni originarie a non chiudersi, ma ad offrire il loro indispensabile contributo per un’umanità più fraterna, che sappia amare il creato e il Creatore, in armonia con il creato, in armonia tra tutti voi".
Così papa Francesco ha concluso la catechesi dell'odierna udienza del mercoledì dedicata al Viaggio apostolico in Canada.
Verrà ricevuto l'invito di Bergoglio a riflettere sugli errori del passato, per non ripeterli, da parte della gerarchia, della curia romana e di tanti cardinali, vescovi e preti che di schiaffi (virtuali e non) ne avrebbero meritati e ne meriterebbero non pochi?