Venerdì era toccato agli sfollati nella tendopoli della zona costiera di al-Mawasi, vicino a Rafah, indicata come area umanitaria. Sabato è stato attaccati, nel nord della Striscia, il campo profughi di al-Shati e il distretto di al-Tuffah a Gaza City.

Domenica, i caccia israeliani hanno preso di mira una località nei pressi del quartier generale dell'UNRWA a Gaza City, luogo dove le famiglie formano lunghe file aspettando per ore e ore di ricevere aiuti umanitari, soprattutto cibo. A Gaza City è stato colpito anche il quartiere Sabra, dove è andata completamente distrutta un'abitazione.

Negli ultimi giorni, in tutta la Striscia, sono ripresi gli attacchi come all'inizio dell'invasione, con un numero di vittime, morti e feriti, che giornalmente supera le centinaia, mentre ospedali e possibilità di prestare soccorso sono sempre più rari. In otto mesi e mezzo di combattimenti, le vittime palestinesi sarebbero 37.551, con 86mila feriti. A questi vanni aggiunti 10mila dispersi.

Il numero delle vittime comprende anche quello dei miliziani dei movimenti di resistenza palestinese, quantificato in 14mila. Un numero, quest'ultimo, che dimostra quanto in molti dicevano già all'inizio dell'invasione israeliana di Gaza: eliminare Hamas non è un obiettivo possibile. Tra l'altro, pochi giorni fa lo ha confermato l'esercito israeliano in una dichiarazione del suo stesso portavoce, Daniel Hagari.

Inoltre, in base a quanto riporta l'agenzia palestinese Ma'an, Hamas ha avviato una campagna di reclutamento tra coloro che abbiano compiuto almento 18 anni di età. Secondo l'esercito israeliano, i principali tentativi di arruolamento si stanno verificando in luoghi dove l'IDF non opera più, come a Khan Yunis, e dove il movimento sta cercando di riprendere il controllo dell'amministrazione civile, tramite la polizia locale e il controllo della distribuzione di aiuti umanitari.

L'intensificarsi degli attacchi nella Striscia viene spiegato come l'ultimo tentativo di Israele di eliminare quante più sacche di resistenza possibili a Gaza, per poi concentrare lo sforzo bellico nei confronti del Libano, rendendo ufficiale, in pratica intensificandola, la guerra già in atto contro Hezbollah.

Violenze e morti anche in Cisgiordania, dove un israeliano è stato ucciso vicino a Qalqilyai. Stava viaggiando in auto quando è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco. Nella stessa zona, venerdì, la polizia israeliana aveva ucciso due palestinesi. Sempre in Cisgiordania, è morto in ospedale il dodicenne Muhammad Murad Khoshiyeh. Era stato colpito la settimana scorsa dal fuoco dell’esercito negli scontri ad al-Bireh, vicino a Ramallah.



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