Negli ultimi 16 anni quasi 2 milioni di persone hanno lasciato il Mezzogiorno, per la precisione 1 milione e 883 mila residenti: la metà giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati, il 16% dei quali si è trasferito all’estero. 

Se non consideriamo: il mare, il cibo, l' accoglienza e la solarità delle persone, il Sud, ha tutto da invidiare al Nord che galoppa a suon di reddito e di qualità della vita. Che esista una questione meridionale, nel significato economico, politico e culturale della parola, nessuno più lo mette in dubbio, una divergenza che divide in due l'Italia provocando dissimilitudini economiche, sociali e anche morali.

 Una diversità provocata da anni di tendenziose e continue metamorfosi che hanno avuto come comune denominatore, clientelismo e malagestione del Territorio. Cittadini schiacciati da un potere politico e non, incapaci di reagire al cospetto di "crimini" consumati alla luce del sole.

La realtà del Sud è concentrata in un misero e deleterio sfruttamento che nel corso dei decenni ha provocato spopolamento e sfiducia da parte delle famiglie sempre più povere e sempre più alla ricerca della vera identità.

Insomma, un Sud da rifare, un Sud preda di una politica-sistema che da sempre sbeffeggia e tiene in mano un futuro senza speranza.