Noi, pastori
Rapida come un fulmine
scende la gioia del Divin
Bambino.
Scende a rallegrare le stelle
e noi erranti pastori
sulla Terra.

Di nuovo scende, nonostante
così come insiste
sulla fronte
di un bimbo malato –
il mondo –
la carezza di una madre.

Non abbiamo nulla nelle mani
se non la nostra ostentata ricchezza
l’idea falsa di libertà.

È la notte di Natale.
È la notte della povertà.
Un albero disadorno,
un antico presepe
attendono da secoli
il nostro sguardo.

O piccolo Gesù
ridacci quell’innocenza,
quello spirito caritatevole
che nessun’altra ragione,
nessun altro albero ricolmo
sanno offrire
a noi sperduti viandanti.Alda Merini (inedito del 2005)



 
Noi, sperduti viandanti
È una gioia rapida
che come la luce sfolgora
e piove di cosa in cosa,
fa brillare le stelle tremule
e palpitare il cuore dei viandanti.

Anche quest’anno scende in dono,
nonostante l’ansia e la paura
del nostro mondo malato,
ed è come carezza di mamma
china sul dolce suo bambino.

Povere le nostre mani
ostentano ricchezza e potere
e una libertà che poco ha imparato
dalla tristezza di due anni.

Vieni Gesù nel tuo natale,
vieni e non lasciarci soli,
adagiato nel povero presepe
illuminato da un albero lucente
che ammalia i nostri occhi.

Regalaci, Gesù, il cuore di bimbo,
donaci la carità dei primi cristiani,
apri il nostro sguardo alla compassione,
ricordaci che la ricchezza vera
è un pane condiviso sulla mensa,
pronti con il bastone e la bisaccia
noi erranti sulle vie del mondo.+ Franco Giulio, vescovo di Novara


Fonte: diocesinovara.it