Oltre il 63% dei veicoli prodotti lo scorso anno negli stabilimenti italiani di Stellantis sono stati esportati all’estero, contribuendo così alla bilancia commerciale italiana con oltre 474 mila veicoli, dei 752 mila prodotti, commercializzati all'estero, in aumento del 9,6% rispetto al 2022.Stellantis ha investito diversi miliardi di euro nelle attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi. Melfi [export 53%] diventerà il centro di produzione di auto elettriche di medie dimensioni – STLA Medium. Cassino [export 75%] si specializzerà nel segmento delle auto elettriche di grandi dimensioni – STLA Large. Termoli è impegnata in una fondamentale riconversione: dalla produzione di motori termici a una gigafactory europea ACC: un investimento da 2,1 miliardi di euro. Pratola Serra rafforzerà la sua capacità di fornire il motore B2.2 per coprire il fabbisogno totale di Stellantis. Pomigliano... eccetera... 

In pratica, quello che il portavoce di Stellantis voleva affermare con la precedente dichiarazione è smentire ciò che sostiene Giorgia Meloni: cioè che la FIAT non ha fatto un accordo di fusione con il Gruppo PSA, ma ha invece "venduto" la FIAT ai francesi e sta progressivamente abbandonando la produzione in Italia.

La Meloni ha fatto tale affermazione dopo che il quotidiano Repubblica, posseduto dal gruppo Gedi che è parte dell'impero della famiglia Agnelli-Elkan che a sua volta è azionista di Stellantis, ha commentato la vendita di quote delle aziende controllate dallo Stato (ad es. Eni e Poste) come la necessità del governo di far cassa. In sostanza, vendere i gioielli di famiglia per tirar su un po' di soldi. Per la cronaca, la stessa accusa che da tempo porta avanti anche Carlo Calenda.

È noto, fin dai tempi di Marchionne, che la famiglia Agnelli-Elkan in Italia non produca auto in quota percentualmente paragonabile a quanto fanno i gruppi concorrenti nei loro paesi d'origine... quindi le accuse che vengono rivolte a Stellantis non sono campate in aria.

Ma la questione, in relazione a quanto detto dalla premier, è però diversa. È opportuno che un presidente del Consiglio ribatta alle considerazioni di un quotidiano come ha fatto Meloni?

No. Perché un presidente del Consiglio risponde nel merito e non la butta in caciara, facendo credere che certe affermazioni possano esser fatte solo in presenza di determinate "patenti".

Se Meloni è convinta di non vendere i beni di famiglia per far cassa, convinca Repubblica e chi la pensa come Repubblica che ciò non è vero dimostrandolo nel merito. Se non è in grado di farlo, allora stia in silenzio e parli d'altro.