La preghiera umile e fiduciosa diventa indispensabile e necessaria per essere salvati. Per capire meglio e approfondire cosa intenda il teologo polacco per preghiera, riportiamo un testo dove si dice che
«nella preghiera è essenziale l’aiuto di Dio, come il grano è necessario per il raccolto. La preghiera umile e fiduciosa è ciò che è necessario per la salvezza, non è mai perduta. È anche il senso per cui si chiede la grazia di continuare nella preghiera»[1].
Dal brano citato si comprende che la continua richiesta della grazia, cioè della misericordia, si trasforma nell’intimo dialogo con Dio che è l’unica salvezza. In Sopoćko pregare non significa ripetere parole, ma «amare costantemente e concretamente»[2]. Effettivamente, è Gesù stesso che ha presentato il modello di preghiera, consegnando il Padre Nostro, autentico “atto di amore verso il Padre misericordioso” e concreto verso il prossimo. Quando il Nostro analizza la preghiera del Padre Nostro, nota che è composto di sette domande di amore, infatti sono sette le motivazioni del “donarsi” a Dio misericordioso e dell’“amare il prossimo”.
Infatti, la preghiera è come un amore concreto. Se non è tale diventa un’illusione o un inganno. Secondo il pensiero spirituale di Sopoćko, la preghiera non può cessare, perché l’amore non finisce mai e ha sempre nuove intuizioni. Quello che l’uomo intuisce oggi, domani ha bisogno di una maturazione ulteriore e quello che si raggiunge domani prepara il cammino per dopodomani. Il cammino spirituale non può privarsi della preghiera che è anche l’opera della misericordia. Tanto è vero che la misericordia necessita di essere alimentata dalla preghiera. D’altra parte con la preghiera stessa, che è indispensabile per ogni cristiano, si ottiene la misericordia di Dio[3]. Perciò il Nostro ripete molte volte che:
«la preghiera è indispensabile per tutti: per i peccatori e per i giusti. Senza la preghiera non spezzeranno mai le manette della loro schiavitù dai vizi e perciò non potranno mai ottenere la misericordia di Dio»[4].
Da questa citazione menzionata si desume che più si ama la preghiera, più si sente il bisogno di ottenere il dono della misericordia. Pregare Dio con il cuore è lasciarsi liberare dalla schiavitù dei vizi e trasformare dall’infinita misericordia. Più la preghiera diventa indispensabile, più si aprono gli orizzonti per i giusti e per i peccatori nel ricevere la grazia del perdono di Dio. La preghiera continua di una persona che soffre, invece, acquisisce un grande “valore agli occhi di Dio”. Questo tipo di preghiera fa scendere la “tenda della misericordia” sugli altri e diventa come un “servizio a Dio”. Infatti, in una meditazione di Sopoćko sulla preghiera leggiamo:
«un povero che soffre serve Dio e la società, così come colui che prega. Egli compie l’ufficio espiatorio, l’olocausto i cui meriti scendono su di noi, perché egli porta un peso più grande di quello che possono portare gli altri. Nella sua preghiera risuona la potenza che dalla natura si apre alla sopra-natura e tirandone la tenda, eleva l’implorazione e l’invocazione dello Spirito Santo per milioni di persone»[5].
Secondo tali parole il “servizio della preghiera”, come l’ufficio espiatorio e l’olocausto, fa “risuonare la potenza” straordinaria dello Spirito Santo, aprendo un passaggio, quello dalla “natura alla sopra-natura”. Il Nostro trova questo modo di pregare nella lunga preghiera sacerdotale di Gesù, recitata nell’ultima cena. Essa è di alto livello e irradia particolarmente la misericordia su tutta l’umanità. L’esempio della preghiera sacerdotale di Gesù insegna a sfondare gli orizzonti dell’amore di Dio e a riversare su tutta l’umanità la misericordia. Esattamente, come scrive san Paolo: «Dio sia tutto in tutti» (1Cor 15,28). Per questo, la preghiera accompagnata dalla carità, dovrebbe giungere al tutto e coinvolgere tutti[6].
Secondo il pensiero di Sopoćko, un altro aspetto rilevante della preghiera è la coerenza di vita cristiana, cioè la fedeltà a Cristo, ponendo un’attenzione particolare alla volontà di Dio. Ecco perché, in un’altra occasione, il Nostro scrive: «la preghiera non è l’unico segno della nostra vita pia, però, rimane il segno sostanziale della nostra vera vita cristiana e della fedeltà a Cristo»[7].
Possiamo dire che il modo di pregare proposto da Sopoćko è strettamente collegato al servizio e al dialogo con Dio di misericordia, alla “speranza intramontabile”, all’umiltà e alla carità nei confronti del prossimo. Ecco perché l’umile preghiera del cuore è come un’azione concreta quotidiana di quella misericordia, con la quale il Padre è premuroso verso i suoi figli. È la stessa misericordia con la quale i figli sono premurosi verso il loro Padre e i loro fratelli[8]. Tanto è vero che «la vita cristiana di preghiera autentica comincia con l’umiltà, uno dei primi elementi costitutivi della base necessaria per costruire l’edificio spirituale. La preghiera, fondata sull’umiltà e sul timore di Dio, eleva la vita cristiana; con la penitenza e con la pratica della misericordia fraterna, raggiunge la sapienza animata dall’amore di Cristo e culmina nella contemplazione»[9] del volto misericordioso di Dio.
Per questo motivo, «ai poveri in spirito si addice il timore di Dio, poiché essi sono umili. I miti, che hanno un atteggiamento docile e devoto nei confronti della parola di Dio, sono contraddistinti dalla pietà»[10]. In una lettera di Sopoćko scritta nel 1942 alle religiose, leggiamo:
«Quando, durante la preghiera, ci si tuffa con un pensiero in tale magnifico sistema delle opere del Signore, facilmente si capisce che la vita religiosa è una delle forme necessarie tra i vari modi di dare onore al Re della Misericordia, che è una delle stanze più vicine alla stupenda camera regale, dove qui sono chiamati solo coloro in cui il Figlio di Dio si è compiaciuto particolarmente, le spose del Re della misericordia, verso cui corrono, con grande gioia, dopo aver indossata la pura veste angelica dell’umiltà, dell’obbedienza e del rinnegamento, cioè della povertà. È vero che in ogni anima, anche in quella che vive nel turbine del mondo, può essere stabilito il Regno di Dio, perché tutti i cristiani cattolici sono chiamati, però, tra tutti i chiamati, non tutti sono scelti e ad ognuno tra quelli scelti personalmente sono indicati il posto ed il lavoro. Cristo affidò agli Apostoli i vari compiti e li mise nei vari appartamenti della sua fortezza. Pietro, lo stabili quale Pietra. Giovanni, lasciò che si addormentasse amorosamente sul suo cuore. A Filippo chiese, con una sola parola, di lasciare tutto per seguirlo. Nel discorso sulla montagna, il Re della misericordia pose i vari gradi di desiderio della perfezione ed adorazione del Padre Eterno, di cui indicò uno degli attributi in modo particolare, con la raccomandazione di imitarlo proprio in questo»[11].
Dal testo di questa lettera riportata si desume esplicitamente che durante la preghiera, animata dalle religiose, si rende onore e lode particolarmente a Dio misericordioso. La preghiera umile, povera e obbediente diventa misericordia, perciò suscita l’attrattiva e la voglia dell’incontro con il “Re della Misericordia”. In uno degli articoli del Nostro, troviamo ancora un suggerimento importante, secondo cui, non bisogna mai dimenticare una caratteristica essenziale come pregare, e cioè: «tutto ciò che si chiede nella preghiera deve essere sottomesso alla volontà di Dio, il quale sa quale è la cosa migliore per noi»[12]. Infatti, poiché la volontà divina è perfetta, ogni uomo compiendola non sbaglia mai, ma si perfeziona, si realizza, si salva.
sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek
[1] M. Sopoćko, Zaufałem Twojemu Miłosierdziu. Myśli na każdy dzień, p. 11.
[2] M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu, p. 30.
[3] Cf. M. Sopoćko, Divine Mercy Devotions and Prayers, s.e., Stockbridge 1961, p. 4.
[4] M. Sopoćko, Zaufałem Twojemu Miłosierdziu, p. 15.
[5] M. Sopoćko, Misericordia Dei confidentibus in Eum, pp. 1-2.
[6] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. II, pp. 26-27.
[7] M. Sopoćko, Tutto è compiuto, p. 3.
[8] Cf. M. Sopoćko, Rekolekcje o Bożym Miłosierdziu z zapisków ks. Michała Sopoćki, pp. 70-73.
[9] A. Gasparino, La preghiera del cuore, LDC, Torino 1992, p. 40.
[10] Agostino, De sermone Domini in monte, 1,4,11: PL 34, pp. 1234-1235.
[11] M. Sopoćko, La vita religiosa, pp. 1-2.
[12] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boże [La Misericordia di Dio], in “Wiadomości Duszpasterskie” 5(1949), p. 143.