In una lettera a Biden, il senatore Bernie Sanders ha dichiarato che si rifiuterà di votare l'invio di nuove armi a Israele per un valore di 14 miliardi di dollari, definendo "immorale" ciò che l'esercito dello Stato ebraico sta facendo a Gaza ed invitando il presidente degli Stati Uniti a ritirare la sua richiesta.

Sanders ha affermato che il bilancio umano della guerra, compreso lo sfollamento di massa, il crescente numero di vittime e i bombardamenti "indiscriminati" costituisce "non solo una catastrofe umanitaria, ma anche un genocidio".

"E lo si fa con bombe e attrezzature prodotte e fornite dagli Stati Uniti e per la maggior parte sovvenzionate dai contribuenti americani. Tragicamente, siamo complici di questa carneficina".

"I nuovi aiuti consentirebbero al governo Netanyahu  di continuare il bombardamento diffuso e indiscriminato".

Sanders ha inoltre invitato l’amministrazione Biden a sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per garantire "un cessate il fuoco umanitario immediato". In precedenza, il senatore indipendente, candidato alla presidenza nel 2016 e nel 2020, aveva ripetutamente affermato che non avrebbe potuto esserci un cessate il fuoco con Hamas.

Ieri Biden, a margine della conferenza stampa con Zelensky a conclusione della visita a Washington del presidente ucraino, aveva dichiarato alla stampa che Israele stava perdendo consenso a livello internazionale a causa dei bombardamenti indiscriminati che sta attuando su tutta Gaza. 

Una dichiarazione che ha seguito il voto dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha approvato una risoluzione per l'immediato cessate il fuoco. Ovviamente Israele non ne terrà conto, come pure gli Stati Uniti che hanno espresso un voto contrario alla sua approvazione, ma nel frattempo Washington ha fatto sapere che il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, si recherà in Israele.

Di contro, nelle sue dichiarazioni pubbliche, il premier Netanyahu ha detto che lui continuerà a bombardare, a distruggere e a uccidere con o senza il sostegno internazionale. Sarà così? Vedremo.

Intanto, persino la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si è accorta che quanto accade in Medio Oriente non è più sostenibile. Poverina... avendo da tempo perso la lucidità mentale, ammesso che l'abbia mai avuta, in base alle ultime dichiarazioni ha detto che quanto stanno facendo i coloni ebrei in Cisgiordania è insostenibile, anticipando la richiesta di sanzioni nei loro confronti.

E del genocidio in atto a Gaza? Per il momento nulla, ma ci vuole pazienza, in modo che qualcuno riesca misericordiosamente a farle capire che radere al suolo edifici e strutture presenti in oltre 180 Km² di territorio assassinando oltre 20mila persone non è difendersi, ma è commettere un genocidio.

In Cisgiordania, che i sionisti è opportuno ricordare non riconoscono definendo tale territorio come Giudea e Samaria (così è scritto nello statuto costitutivo del Likud che riconosce solo uno Stato israeliano che va dal fiume Giordano al mare Mediterraneo), accadono le stesse identiche cose che accadono a Gaza, ma solo in misura ridotta. Così, invece di 700, IDF e coloni ebri assassino "solo" 7 palestinesi; invece di radere al suolo un quartiere si limitano a radere al suo una o due abitazioni; invece di impedire l'arrivo di beni primari si limitano a distruggere infrastrutture o autocisterne che trasportano acqua o carburante... requisendo, ma il termine più adatto è depredando, terre e pozzi dei residenti palestinesi.

Ma chi siano realmente i sionisti, che da decenni hanno messo in atto un regime di apartheid con la complicità del cosiddetto occidente democratico, è oramai evidente a tutti e tanta è la loro becera e delinquenziale arroganza che adesso non si scomodano neppure a nascondere chi "realmente" non voglia una soluzione a due Stati e una pace duratura e giusta in Palestina...