La Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all'obbligo vaccinale, di svolgere l'attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull'obbligo vaccinale del personale sanitario.Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell'obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico.

Questo è quanto ha reso  noto in un comunicato del 1 dicembre l'Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze.

La Consulta era chiamata a esprimersi sulla legittimità dell'obbligo vaccinale introdotto nel 2021 dal governo Draghi per alcune categorie professionali e gli over 50 come strumento per arginare la pandemia da Covid, a seguito dei ricorsi presentati da alcuni no vax. I giudici della Consulta hanno ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari.