Matteo Renzi, prima di partire per la sua patria di elezione, il luogo dell'anima, i suoi Stati Uniti d'America... quelli che fanno venire alla memoria il Kansas City di Nando Mericoni, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, dialogando con Maria Teresa Meli che più che giornalista sarebbe corretto definire una renziana piu renziana di Renzi, tanto che per ortodossia farebbe vergognare persino una come la Picierno. L'etica dell'informazione, d'altronde, richiede sempre le sue regole.

Quindi con una serie di domande, che calcisticamente potrebbero essere meglio definite come veri e propri assaist, la brava cronista politica del Corriere della Sera consente di ricostruire al Premier ciò che è accaduto al verice dei 27 paesi UE di Bretislava.

E nella sua risposta, Renzi mostra le sue capacità decisioniste: «Io non faccio la bella statuina, aderendo a decisioni che non decidono nulla. Se vogliamo fare le cose serie, l’Italia c’è. Se vogliamo passare i pomeriggi a scrivere documenti senza anima e senza orizzonte, possono fare anche da soli. Fare conferenze stampa in cui non si dice nulla non è il sogno della mia vita. E fingere di essere d’accordo quando non lo si è non è serio.»

Ma le distanze del dopo vertice da Merkel e Hollande, al di là dei migranti e della Brexit, per Renzi si traducono soprattutto nella nuova legge di stabilità: «La legge di bilancio italiana è pronta. Onora le regole europee, il deficit scende ancora, rispetta i parametri del fiscal compact che il Parlamento precedente ha votato su indicazioni di Brunetta e Fassina, responsabili economici dei partiti di allora. Dunque la nostra non è una tattica per strappare qualche decimale in più di flessibilità: noi rispetteremo le regole. E come le stesse regole prevedono, scomputeremo dal patto gli eventi eccezionali, legati al piano di prevenzione post-terremoto "Casa Italia" e all’immigrazione che l’Europa non riesce a gestire. Dunque nessuna trattativa sulla legge di Stabilità italiana, che per il terzo anno consecutivo vedrà scendere le tasse. Sono altri che dovranno giustificarsi per il mancato rispetto delle regole».

Insomma, vestendo i panni di Nando Mericoni, e pertanto senza guardare in faccia né la Merkel, né i membri della Commissione UE, Renzi dice che farà un po' quel che gli conviene per la prossima legge di stabilità, a causa dei problemi della mancata crescita e delle promesse necessarie a fargli ottenere quei voti utili a comprarsi il voto al prossimo referendum costituzionale.

Ormai lo scenario è chiaro. Renzi e Padoan presenteranno agli italiani dei regali nella legge di stabilità dicendo che dei demoplutocrati di Bruxelles ce ne freghiamo. Però, in cambio, voi dovrete votare Sì al referendum... Questa è la messinscena che Renzi sta allestendo.

E per chi avesse qualche dubbio, ecco la giustificazione con ciò che i perfidi demoplutocrati concedono invece agli altri paesi: «La Spagna ha un deficit doppio del nostro. La Francia non rispetta nemmeno Maastricht con il deficit ancora sopra il 3%. La Germania viola la regola del surplus commerciale: dovrebbe essere al 6% e invece sfiora il 9%. Nessuno chiede ai tedeschi di esportare di meno, ma hanno l’obbligo di investire di più e stiamo parlando di decine di miliardi che aiuterebbero l’intera Eurozona. Ho fatto notare questa contraddizione in modo privato prima e pubblico poi. Io non sto zitto per quieto vivere. Con me il giochino "L’Italia pensi a fare le riforme" non funziona più. Noi le riforme le abbiamo fatte, le regole sono rispettate, gli impegni sull’immigrazione ci costano in termini di consenso ma sono doverosi. E dunque ho il dovere di dire che le regole valgono per tutti. Se qualcuno vuole far tacere l’Italia ha sbagliato indirizzo, metodo e sostanza». 

Quindi, adesso sappiamo che Renzi ha scritto la sua sceneggiatura ed ha iniziato la rappresentazione seguendo il copione.

Pertanto, se nei prossimi mesi l'Euopa di Ventotene non sarà più commerciabile per il Sì al referendum, allora i nuovi sponsor internazionali saranno ad Ovest. Ed il Kansas City di Renzi Mericoni tornerà di moda, propagandato a tambur battente dagli "indipendentissimi" media italiani.

Ed ecco quindi il programma della due giorni newyorkese:

Lunedì 19 settembre
Ore 10.30: Panel discussion “Partnering for global prosperity” della Clinton Global Initiative, con Bill Clinton e il presidente argentino Mauricio Macri (Sheraton New York Times Square Hotel);
Ore 12.40: “Summit for Refugees and Migrants” in sessione plenaria Onu;
Ore 15: Tavola rotonda Onu “Global Compact for safe, regular and orderly migration: towards realizing the 2030 agenda for sustainable development and achieving full respect for the human rights of the migrants”;
Ore 19.30: Conferimento al presidente Renzi del premio Atlantic Council 2016 “Global Citizen”.

Martedì 20 settembre
Ore 9: Apertura della 71esima Assemblea generale dell’Onu;
Ore 13: Incontro con il Council on Foreign Relations;
Ore 15.30: “Leaders’ Summit on Refugees” all’Onu;
Ore 20 circa: Intervento all’Assemblea generale Onu.

E state tranquilli, che agli italiani verrà fatto intendere che senza Renzi l'Onu in questi due giorni non avrebbe concluso un bel niente.

Dimenticavo. Chiunque pensi che una volta perso il referendum costituzionale, ma sarà mai possibile con tutta questa pubblicità a favore del Sì?, Renzi non si dimetterà, come aveva promesso: «Per mesi mi avete detto di non personalizzare. Ho seguito il vostro suggerimento e non parlo più di me. Questo non è un referendum sul mio futuro, ma sul futuro dell’Italia».  Anche questa volta, l'ennesima, Renzi è stato costretto a rimangiarsi quello che avevo promesso, senza se e senza ma... ovviamente, non per colpa sua!