Autoincensandosi per i positivi, a suo dire, risultati che avrebbe conseguiti il suo governo nei primi 100 giorni di bivacco a Palazzo Chigi, la premier Meloni si è distratta ed ha dimenticato, tra le altre cose, di riferire della lettera ricevuta dal Commissario Europeo per i diritti umani.

Già perché la signora Dunja Mijatovic ha preso carta e penna per invitare il ministro Matteo Piantedosi, e quindi il governo, a prendere in considerazione il ritiro o la revisione del DL 1/2023 relativo a “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”.

Secondo il Commissario Mijatovic il DL 1/2023:

1.  ostacolerebbe le operazioni di ricerca e soccorso dei naufraghi da parte delle ONG;

2. sarebbe in contrasto con il diritto internazionale;

3.  contraddirebbe gli obblighi che l’Italia ha in materia di diritti umani.

Inoltre, nella sua lettera il Commissario europeo rileva che “… il decreto e la pratica di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiano di privare le persone in difficoltà dell’assistenza salvavita delle Ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo”.

Infine, la signora Mijatovic invita il governo italiano ad interrompere ogni forma di collaborazione e supporto alle autorità libiche per le attività di intercettazione e blocco in mare. 

Di fatto una vera lavata di capo per la premier Meloni che proprio nei giorni scorsi, concludendo il suo viaggio a Tripoli con il ministro Piantedosi, aveva confermata la firma di un memorandum tra il governo italiano e quello libico per la consegna alla guardia costiera libica di cinque vedette finanziate dalla Ue. 


Il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo (Francia), raggruppa oggi, con i suoi 47 Stati membri, quasi tutti i paesi del continente europeo.

Istituito il 5 maggio 1949 da 10 Stati fondatori (Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia), il Consiglio d’Europa ha come missione la creazione di uno spazio democratico e politico comune su tutto il continente europeo, garantendo il rispetto dei principi fondamentali: diritti umani, democrazia e stato di diritto.

Questi principi sono alla base di una società tollerante e sono indispensabili per la stabilità europea, la crescita economica e la coesione sociale.