"Il M5S ha deciso di cambiare la propria governance. Da oggi non sarà più guidato da un capo politico e neanche da un reggente.Ora è necessaria e urgente la convocazione degli iscritti per l'elezione del nuovo comitato direttivo in quanto il M5S non può restare privo delle figure autorizzate ad assumere decisioni sulle linee politiche. È indispensabile che venga individuato un organo di riferimento per il Presidente del Consiglio e per tutte le altre forze politiche che volessero interloquire con il M5S. È fondamentale, inoltre, che si dia immediato seguito alle richieste che giungono dai territori per l'apertura delle procedure per la certificazione delle liste per le prossime amministrative.Comitato di garanzia e Collegio dei probiviri possono solo agire per l'ordinaria amministrazione.Al di là del nostro giudizio, dobbiamo tutti ringraziare Vito Crimi per il lavoro svolto ma, da oggi, non può più decidere nulla in nome e per conto del M5S.Nei prossimi giorni dovranno essere aperte le candidature per il nuovo comitato direttivo e spero che siano rappresentative di tutto il sentire del M5S."

Così scriveva ieri la senatrice 5 Stelle Barbara Lezzi, a seguito della votazione avvenuta mercoledì sulla piattaforma Rousseau, tramiste la quale il Movimento cambia la propria "governance" [sic, ndr].

Preoccupatissimo, interviene sull'argomento il fondatore dei 5 Stelle, l'assoluto, carismatico, elevato Beppe Grillo con la seguente dichiarazione:

"Caro Vito, non ritengo di condividere l’assunto secondo il quale con la modifica odierna dello Statuto, cessando l'organo "capo politico", cesserebbe anche la tua reggenza.A mio avviso, invero, la tua reggenza da capo politico resta in vigore, a prescindere dalle modifiche statutarie, fino a quando non saranno nominati i 5 componenti del nuovo Comitato direttivo, essendo del resto impensabile che il MoVimento resti privo di rappresentanza per tutto il tempo occorrente per portare a termine la procedura di nomina (raccolta delle candidature, voto e proclamazione).Comunque la tua reggenza da capo politico, fino a quando non saranno nominati i 5 componenti del nuovo Comitato direttivo, è avallata anche dall’art. 7, lett. d), dello Statuto, dove prevede che "Qualora la carica di un membro del comitato direttivo si renda vacante, il membro più anziano del Comitato di Garanzia, ne assume temporaneamente le veci".A maggior ragione in questo caso specifico, in cui tutti i membri del Comitato direttivo devono ancora essere nominati".

E allora, senza indugio, il capo politico Crimi confermato nell'incarico da Grillo, ne approfitta per ufficializzare coram populo l'espulsione dei senatori che ieri hanno osato non votare la fiducia al neo grillino Mario Draghi. Dei 92 senatori del gruppo 5 Stelle al Senato, solo 69 hanno votato la fiducia al nuovo esecutivo.

Orietta Vanin in congedo e Francesco Castiello in missione erano assenti giustificati, Giuseppe Auddino, Elena Botto, Antonella Campagna, Emanuele Dessì, Vincenzo Garruti e Simona Nocerino, invece non hanno partecipato al voto. 15 senatori, però, hanno votato no al nuovo governo. Questi loro nomi: Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese, Nicola Morra, Fabrizio Ortis, Rosa Abate, Laura Angrisani, Mattia Crucioli, Silvana Giannuzzi, Fabio Di Micco, Margherita Corrado.  

Come si può capire, nell'elenco vi sono anche nomi di spicco che hanno fatto la storia del Movimento.

Tra questi, Nicola Morra ha espresso incredulità per la decisione, dicendo di voler riflettere, mentre la meno prudente Lezzi ha risposto contrattaccando:

"Buongiorno. Ho appena letto il post del reggente perpetuo in cui comunica l'espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori, tra cui ci sono anche io, che ieri non hanno dato la fiducia al governo Draghi.Ho preso la decisione. Mi candido a far parte del comitato direttivo del M5S (da cui non sono espulsa). Credo che il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto.Auspico, quindi, la massima serietà nel percorso che porta alle candidature e l'urgenza necessaria a sbloccare l'azione del M5S. Coraggio".

Il governo Mattarella Renzi ha ottenuto il primo risultato, contribuendo alla scissione del Movimento 5 Stelle. Se questo - per qualcuno - potrà essere un motivo per far festa per quanto riguarda le attività parlamentari, evidentemente non sta tenendo conto che nel Paese a questo punto aumenterà però la fetta di persone che non si sentirà rappresentata e questo non è certamente una buona notizia.