Ieri pomeriggio la V Commissione della Camera, che si occupa di Bilancio, Tesoro e Programmazione, si è riunita per esaminare l'aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 presentato la scorsa settimana dal Governo ed illustrato in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Renzi e dal ministro delle Finanze Padonan.
Ieri, i componenti della Commissione Bilancio hanno potuto sentire, sull'aggiornamento del Def, i rappresentanti della Banca d'Italia, i rappresentanti dell'ISTAT, i rappresentanti della Corte dei conti ed il Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro.
Le persone audite hanno espresso la loro valutazione sul Def sostenendo, chi in modo sfumato chi meno, la tesi che la previsione di crescita del PIL ipotizzata dal Governo all'1% per il 2017 è poco credibile, per non dire irreale.
E nel suo giudizio non è stato tenero soprattutto l'Ufficio parlamentare di bilancio, che è un organo indipentente, che ha dichiarato che le previsioni del Def, sulla base delle informazioni rese disponibili, appaiono contrassegnate da un eccesso di ottimismo, in particolar modo in relazione alle stime di crescita del Pil per il prossimo anno, sia in termini reali che nominali.
Riassumendo lo scenario, si può tranquillamente parlare di una sonora bocciatura. Oggi, a mezzogiorono, la Commissione Bilancio ha sentito sullo stesso argomento il ministro Padoan che ha potuto replicare alle critiche che gli sono state poste ieri.
Secondo Padoan, «il PIL programmatico - cioè l'andamento dei conti pubblici in base agli effetti dei provvedimenti che il governo vuole introdurre nella legge di stabilità - non è una scommessa. E' la stima dell'effetto che la manovra produce sul prodotto». L'obiettivo del PIL all'1%, ha ammesso Padoan, è ambizioso, però «questa ambizione è sostenuta da una manovra che dà un boost, una spinta alla crescita».
In pratica, anche il ministro delle Finanze, che dovrebbe parlare solo in base ai numeri, ha dato l'impressione di affidarsi ormai alla sola propaganda, che probabilmente ha finito per essere contagiato da quella di Renzi, di cui è dotato in maniera del tutto abnorme. Ma c'è anche da dire che Padoan, non avendo mai azzeccato le previsioni di crescita da quando è ministro, anche questa volta deve aver pensato, immaginandosi i futuri dibattiti in quel di Bruxelles, che per i conti sia più proficuo esagerare, piuttosto che stare sulla realtà.
Ma è sicuro, il ministro Padoan, che a Bruxelles non abbiano seguito o letto i resoconti di quanto è accaduto in questi due giorni alla Camera?