Salvini dice no alla mafia incontrando membri di organizzazioni camorristiche?
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accolto come una “star” ad Afragola parla dell’emergenza racket accolto dalle famiglie dei boss al 41bis, acclamato come un “capopopolo”.
Afragola è un territorio notoriamente “problematico” dell'hinterland napoletano, da sempre sotto i riflettori della procura partenopea per la concentrazione di organizzazioni camorristiche. Anche feudo di Pina Castiello, legata a Cosentino e a Nespoli, dove i politici prendono voti in maniera clientelare.
Il Ministro si è avvicinato alla gente e ha ricevuto addirittura un baciamano. E tra abbracci, foto e qualche selfie, anche con coloro che al coro di #noallacamorra, hanno un curriculum che parla da sè. A destare l’attenzione una foto postata da Cristina Acri finita in un’inchiesta come scritto nell’articolo pubblicato il 10 gennaio 2018 su Linea Press.it e sotto riportato:
“Sono 169 gli arresti messi a segno dalla Dda di Catanzaro nell’Ambito dell’Operazione Stinge e oltre 50 i milioni sequestrati alla cosca Farao-Marincola.
Politici, imprenditori, colletti bianchi, tutti affiliati alla cosca Farao-Marincola della provincia di Crotone che dal Sud Italia, secondo gli inquirenti, avrebbe delocalizzato i propri centri di interesse nel Nord Italia e all’Estero per ripulire gli ingenti flussi di denaro provenienti da attività illecite.
Calabria, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Lombardia, Campania, Germania: queste le zone in cui la cosca avrebbe investito i propri capitali attraverso una fitta rete di imprenditori collusi.
Tra gli arrestati, spicca il nome di Aniello Esposito, imprenditore napoletano residente in provincia di Avellino, domiciliato a Cardito e marito di Cristina Acri, Consigliere Comunale di opposizione ad Afragola. L’Esposito è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e concorso in peculato per la gestione e amministrazione di un centro di accoglienza per migranti minorenni non accompagnati.
Stando a quanto emerso dalle indagini, l’imprenditore avrebbe gestito per conto della cosca ben 3 centri di accoglienza per migranti, uno Cirò Marina, uno a Dugentain provincia di Avellino ed uno ad Afragola.
Sul centro di accoglienza di Afragola, in particolare, l’Esposito durante una conversazione con Giuseppe Spagnolo, detto Peppe u banditu, intercettata dagli inquirenti, si sarebbe mostrato particolarmente euforico.
"Ieri mi hanno aggiudicato una gara di 100 immigrati. Cento persone. Per altri 2 anni. è un lavoro di 2milioni di euro. Ho preso un immobile, un palazzo ad Afragola di 7 appartamenti e sedici di personale. E noi ad Afragola non abbiamo alberghi".
Nel luglio 2016, l’imprenditore Esposito, venne aggredito ad Afragola e ferito ad una gamba. In quell’occasione, Il Consigliere Cristina Acri –consorte dell’Esposito – smentì qualsiasi legame con le attività imprenditoriali del marito e asserì che il ferimento fu conseguenza di un tentativo di rapina fallito.
Il Gip di Catanzaro, Giulio De Gregorio, scrive dell’Esposito: "Il concorso esterno di Aniello Esposito rispetto alla cosca cirotana si apprezza nella gestione del centro di accoglienza che l’imprenditore campano accetta in società, di fatto, con Carmine Siena. L’Esposito doveva dar conto alla cosca della gestione e delle possibili modifiche della società immobiliare Toni sas, formalmente titolare della struttura ricettiva. Ha offerto un contributo determinante alla cosca tra il 2014 e il 2015".
Stinge, l’inchiesta della Dda di Catanzaro, porta alla luce una fitta rete di affari del clan e prova che la forza delle cosche calabresi deriva dalla capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e nell’imprenditoria”.
(Alberto Calistri - GR COMUNICAZIONE)