Israele è stato uno dei primi Paesi ad affrontare la pandemia con una vaccinazione di massa che in meno di tre mesi ha portato alla vaccinazione con doppia dose del 50% della popolazione. Ad oggi i numeri non è che siano cresciuti di molto, visto che ad essersi sottoposto a vaccinazione completa è stato il 60% degli israeliani, mentre un altro 4% deve ancora ricevere la seconda somministrazione. 

A partire dagli ultimi giorni di giugno, il numero giornaliero di nuovi casi Covid in Israele è iniziato a crescere progressivamente, fino a raggiungere a fine luglio gli oltre 2.000 casi, dovuti al diffondersi della variante delta. 

Per tale motivo, il governo Bennett ha messo da parte gli indugi e ha deciso di iniziare la somministrazione di una terza dose di vaccino Pfizer alle persone di età superiore ai 60 anni che abbiano ricevuto la seconda inoculazione almeno cinque mesi fa.

Secondo quanto dichiarato dal premier Bennett, i risultati degli attuali studi dimostrerebbero una diminuzione dell'immunizzazione dopo tale periodo. Pertanto, la dose supplementare è necessaria per alzare il livello di immunizzazione, in modo da ridurre significativamente sia la possibilità di contagio, ma soprattutto quella di ammalarsi in maniera grave.

Il primo ministro ha aggiunto anche che 2.000 persone hanno già ricevuto una terza dose di Comirnaty senza aver fatto registrare effetti collaterali gravi.

Come esempio alla popolazione, il presidente Isaac Herzog, che compirà 61 anni a settembre, venerdì è stato il primo a ricevere il richiamo.