Poco più di una settimana fa, il presidente nazionale dell'ANPI, Gianfranco Pagliarulo, rendeva noto che a Ravenna, nel giorno dell'anniversario della liberazione della città avvenuta nel 1944, nel corso della cerimonia, per la prima volta, si è impedita la deposizione della corona ANPI: "A domanda, la risposta sembra sia stata che così prevede il nuovo cerimoniale voluto dal governo!"

Inoltre, a Genova, la maggioranza del Comune ha destinato un milione e 740mila euro per restaurare il sacrario dei caduti della Repubblica sociale del cimitero di Staglieno.

In questo clima, con i (post) fascisti al governo che ogni giorno che passa pensano a licenziare leggi inutili che impongono aumenti di pena e divieti, limitando la libertà delle perone e quella dell'informazione, la scelta della segretaria del Partito Democratico di non andare all'evento di celebrativo del (post) fascismo di stampo meloniano, rifiutando l'invito a partecipare ad Atreju 2023, è da applaudire: finalmente Schlein ha fatto qualcosa di sinistra da quando ha assunto l'incarico.

E lo ha pure voluto sottolineare, ieri, all'Assemblea nazionale del partito per introdurre la campagna per le prossime elezioni europee (L'Europa che Vogliamo):

"Io sarò sempre disponibile al confronto nel merito con tutti", ha dichiarato Schlein, "anche con la Presidente Giorgia Meloni. Ma quello che ho declinato non è un invito al confronto con lei, è un invito alla sua festa di partito nel giorno in cui ci negavano il confronto nel luogo deputato, il Parlamento, affossando con un sotterfugio la nostra proposta sul salario minimo. E poi, vorrei fosse chiaro, per la mia cultura politica non avrei potuto mai calcare il palco con un eversore [Santiago Abascal, leader di Vox] che ha detto che Pedro Sanchez andrebbe appeso per i piedi. Con i nostalgici del franchismo e del fascismo io il palco non lo divido".

Adesso, non resta che attendere che Schlein inizi anche a pensare ad un programma di sinistra, per l'Italia e l'Europa, seguendo altre vie rispetto a quelle del riformismo liberista, spacciato in passato per riformismo socialista, e allora ci sarà anche la possibilità che chi non va più a votare possa iniziare a considerare che ne valga finalmente la pena. 

In questo caso, però, non si vedono spiragli all'orizzonte.