La stazione di compressione di Portovaya di Gazprom, meno di 150 Km da San Pietroburgo e a circa 15 Km dal confine finlandese che nel Golfo di Finlandia si affaccia sul Baltico, è quella da cui parte il gas che tramite il Nord Stream 1 arriva in Germania e in Europa.
Attualmente, quel gasdotto fa transitare solo il 20% di gas rispetto a quelle che sono le sue potenzialità. Inoltre, rimarrà chiuso dal 31 agosto al 3 settembre a seguito di non meglio precisate opere di manutenzione.
Da circa metà del mese di luglio, interrottamente, l'impianto GNL che si trova a sei chilometri dalla stazione di compressione di Portovaya sta bruciando giornalmente milioni di metri cubi di gas che producono una fiamma che da ormai un mese è diventata un elemento costante dell'orizzonte per i finlandesi che abitano nei paraggi.
Secondo alcuni esperti è probabile che Gazprom stia bruciando il gas in eccesso in entrata dal gasdotto per diminuire qualsiasi potenziale pericoloso accumulo di pressione del gas che normalmente alimenterebbe l'impianto di compressione.
In base ai calcoli effettuati da una società di ricerca norvegese che opera nel settore dell'energia, è possibile la Russia stia bruciando quasi 4,5 milioni di metri cubi di gas al giorno, che nell'arco di un anno corrisponderebbero a 1,6 miliardi di metri cubi (più o meno lo 0,5% del fabbisogno di gas consumato dall'UE), producendo ogni giorno 9.000 tonnellate di CO2.
Ma perché bruciare il gas che non vuoi mandare in Europa invece di stoccarlo nell'impianto GNL, che ogni anno dovrebbe produrre 1,5 milioni di tonnellate di gas naturale liquido? Il problema forse sta nel fatto che l'impianto di trasformazione, i cui lavori sono iniziati nel 2016, non sia ancora finito, considerando anche che le navi scelte per lo stoccaggio e la rigassificazione non sono mai entrate in servizio e non si trovino neppure nei paraggi dell'impianto. Un'altra spiegazione è che quell'impianto sia parzialmente o del tutto inservibile a causa di componenti da riparare, ma al momento non sostituibili per a seguito delle restrizioni imposte alla Russia dall'occidente.
Comunque sia, bruciare tale quantità di gas alle latitudini artiche aumenterà significativamente lo scioglimento dei ghiacci. E questo è sicuro che per le problematiche legate ai cambiamenti climatici in corso non è una buona notizia.