Pensate che cosa sarebbe accaduto se qualcuno fosse andato in televisione ad affermare, sulla base di un “sentito dire” proveniente da una fonte anonima e senza lo straccio di un riscontro o testimonianza anche soltanto di terza mano, che vostro padre o vostro nonno di notte usciva di casa e insieme a qualche “compagno di merende” andava in giro a molestare ragazze minorenni. E immaginate che cosa sarebbe successo se il vostro parente, ormai defunto, fosse universalmente conosciuto e da tutti stimato, a motivo di qualche importante ruolo ricoperto. Non avremmo forse letto commenti ed editoriali indignati per il modo inqualificabile con cui è stata lesa la buona fama di questo grande uomo, amato da tanti?È accaduto davvero, purtroppo, con san Giovanni Paolo II, pontefice della Chiesa cattolica dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005. L’accusa è stata lanciata da Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa nel centro di Roma in un pomeriggio di giugno del 1983. Pietro, in presenza del suo avvocato Laura Sgrò che annuiva, ha raccontato nel corso della trasmissione Di martedì condotta su La7 in prima serata da Giovanni Floris, che Papa Wojtyła la notte usciva in compagnia di qualche monsignore per andare a cercare ragazzine. Il tutto è stato presentato come indiscrezione credibile, accompagnata da qualche sorrisino ammiccante, come se si parlasse di un segreto di Pulcinella.Prove? Nessuna. Indizi? Men che meno. Testimonianze almeno di seconda o terza mano? Neanche l’ombra. Solo anonime accuse infamanti. Parole che Pietro Orlandi ha accompagnato all’audio attribuito ad un sedicente membro della Banda della Magliana il quale asserisce — anche lui senza prove, indizi, testimonianze, riscontri o circostanze — che Giovanni Paolo II «pure insieme se le portava in Vaticano quelle», intendendo Emanuela e altre ragazze: per porre fine a questa “schifezza” il segretario di Stato di allora si sarebbe rivolto alla criminalità organizzata per risolvere il problema.Una follia. E non lo diciamo perché Karol Wojtyła è santo o perché è stato papa. Anche se questo massacro mediatico intristisce e sgomenta ferendo il cuore di milioni di credenti e non credenti, la diffamazione va denunciata perché è indegno di un Paese civile trattare in questo modo qualunque persona, viva o morta, che sia chierico o laico, papa, metalmeccanico o giovane disoccupato. È giusto che tutti rispondano degli eventuali reati, se ne hanno commessi, senza impunità alcuna o privilegi. È sacrosanto che si indaghi a 360 gradi per cercare la verità sulla scomparsa di Emanuela. Ma nessuno merita di essere diffamato in questo modo, senza neanche uno straccio di indizio, sulla base dei “si dice” di qualche sconosciuto personaggio del sottobosco criminale o di qualche squallido anonimo commento propalato in diretta Tv.

Questo è quanto ha scritto sull'Osservatore Romano in un articolo titolato "Accuse assurde e infamanti" il direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli, a commento delle dichiarazioni rilasciate da Pietro Orlandi, in cui il fratello di Emanuela ha semplicemente riportato ciò che ha riferito al promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi. Non risulta che abbia detto che ciò di cui è venuto a conoscenza sia vero.

Tornielli, inoltre, si è dimenticato di aggiungere che Pietro Orlandi ha detto di avere esposto qualche giorno prima la tesi che lui condanna nel suo articolo anche ad un vescovo, il quale avrebbe commentato: "Beh, probabilmente...". Orlandi ha voluto sincerarsi del commento del prelato precisando: "Forse non ha capito... se parlo di qualcuno più su dei cardinali, mi riferisco a Wojtyla". "Probabile", è stata la risposta del vescovo.

Al di là delle "presunte" scappatelle del Papa fatto santo in un fiat, con buona pace di Tornielli nella vicenda di Emanuela Orlandi è indiscutibile ed innegabile l'intreccio tra Vaticano e banda della Magliana. Ed è innegabile anche l'allegra gestione dell'amministrazione della Santa (si far per dire) Sede da parte di Wojtyła e Marcinkus, con tutto quanto è accaduto in relazione a Ior, Banco Ambrosiano, Calvi, Gelli, Sindona e finanziamenti a Solidarnosc... Pertanto, visto il colpevole silenzio di Oltretevere sul rapimento di Emanuela Orlandi (in relazione a ciò di cui il Vaticano è sicuramente a conoscenza), chiunque faccia delle ipotesi che possano spiegare evidenze innegabili non è certo un'assurdità.

Invece di scandalizzarsi, Tornielli pretenda che il Vaticano renda pubblico ciò che sa e che finora ha nascosto all'opinione pubblica. Infatti, non risulta che metalmeccanici e disoccupati (da lui citati) siano mai stati seppelliti in una basilica di Roma come avvenuto per Renatino De Pedis (capo della banda della Magliana), la cui salma è stata tumulata a Sant'Apollinare. Ipotizzare per questo un patto tra la banda della Magliana e il Vaticano, forse anche legato al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, sarebbe un assurdo?