Venerdì sera, la navicella spaziale Starliner della Boeing è rientrata senza equipaggio nel deserto del New Mexico, concludendo una missione di prova durata tre mesi a causa di gravi problemi tecnici che hanno costretto gli astronauti giunti a bordo di essa alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a rimanervi bloccati fino al prossimo anno.

Gli astronauti della NASA Butch Wilmore e Suni Williams, che a giugno erano diventati i primi a pilotare lo Starliner, sono pertanto rimasti sulla ISS mentre la navicella si è sganciata autonomamente alle 18:04 ET (22:04 GMT) di venerdì, iniziando un viaggio di sei ore verso la Terra. La NASA aveva ritenuto troppo rischioso il rientro con l'equipaggio a bordo a causa di perdite di elio dai propulsori.

La Starliner è comunque tornata sulla Terra senza problemi, completando con successo l'ultima fase della missione. La navicella è rientrata nell'atmosfera intorno alle 23:00 ET a velocità orbitali di circa 27.400 km/h. Circa 45 minuti dopo, ha aperto una serie di paracadute e ha gonfiato gli airbag prima di atterrare al White Sands Space Harbor, nel deserto del New Mexico.

Gi astronauti Wilmore e Williams torneranno sulla Terra su un veicolo SpaceX a febbraio 2025, in una missione che alla fine durerà otto mesi invece degli otto giorni inizialmente previsti.

Boeing continuerà a indagare sul guasto ai propulsori, anche se non potrà farlo direttamente perché contenuti nel modulo di servizio che, come previsto, si è staccato dalla navicella prima di rientrare nell'atmosfera. Pertanto, Boeing dovrà basarsi su simulazioni per determinare cosa non abbia funzionato.

La missione doveva rappresentare l'ultimo test prima che la NASA certificasse Starliner per missioni di routine per il trasporto di astronauti verso la ISS. Adesso, però, non è chiaro cosa accadrà.