Che il tentativo per un governo che possa evitare le urne si possa fare lo ha confermato lo stesso capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio che, addirittura, ha dichiarato che le "interlocuzioni" per formare una nuova maggioranza sono state avviate.

E se il Pd aveva indicato 5 punti come imprescindibili per concordare un patto alla base del nuovo governo, i 5 Stelle li hanno moltiplicati per due, facendoli addirittura diventare 10. Ecco quali sono:

taglio dei parlamentari;
manovra equa, con lo stop all'aumento dell'Iva;
green new deal;
conflitto di interessi e riforma della Rai;
dimezzamento dei tempi della giustizia e riforma del metodo di elezione del Csm;
autonomia differenziata e riforma degli enti locali;
legalità, con la lotta all'evasione fiscale, alle mafie e ai traffici illeciti;
piano straordinario di investimenti per il Sud;
riforma del sistema bancario;
tutela dei beni comuni come scuola pubblica, sanità e risorse idriche.

Ad occhio e croce, almeno riguardo ai titoli, difficile non concordare su un programma simile. Il problema, però, resta il modo in cui attuarlo. Aspetto non del tutto secondario, oltre a quello relativo ai vari diktat grillini come il no al Tav Torino Lione, il ritiro della concessione ad Aspi/Atlantia, ecc.


Per Di Maio, come ha spiegato ai giornalisti dopo il colloquio con Mattarella, "il voto non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani, ne abbiamo ancora tante da realizzare"... "Il coraggio non è di chi scappa ma di chi prova a cambiare le cose, senza mollare mai. Al M5S questo coraggio non è mai mancato, a costo anche di perdere consensi. Non lasciamo la nave affondare, non lasciamo che a pagare questa crisi siano gli italiani".

Da vedere, adesso, se le due forze politiche, Pd e 5 Stelle, saranno almeno in grado di avviare un dialogo o inizieranno già subito a litigare.


Salvini, come è naturale che sia, si è inventato di sana pianta una sceneggiatura in base alla quale la crisi l'avrebbero voluta i 5 Stelle che erano addirittura da mesi già d'accordo con il Pd e che lui, sfiduciando a parole Conte, avrebbe così smascherato la situazione. Il Dalton Trumbo de noantri, però, non spiega perché allora i 5 Stelle, stando così le cose, avrebbero poi votato ad agosto il decreto sicurezza bis, ennesima bandiera della propaganda leghista.

Ma è inutile pretendere da Salvini logica e chiarimenti, concetti a lui del tutto sconosciuti. Non rimane, pertanto, che riportarne le dichiarazioni: "Leggo che alcuni dei no sono diventati dei sì, che ci sono parlamentari M5s disponibili a fare una manovra coraggiosa fatta di crescita, investimenti, flat tax. Aver scoperchiato il vaso è servito a qualcosa, evidentemente". ...

"Se qualcuno mi dice ragioniamo perchè dei no diventino sì, miglioriamo squadra e programma, diamoci obiettivo non contro ma per', io ho sempre detto che sono uomo concreto, non porto rancore, guardo avanti mai indietro.

Ancora oggi persone mi dicono andate avanti, non riportateci alla vecchia politica. Accordo M5s-Pd è la vecchia politica, l'unico collante sarebbe contro Salvini, Quota 100, flat tax".


Poco dopo le 20, Sergio Mattarella si è poi presentato davanti ai giornalisti annunciando di aver dato tempo (a 5 Stelle e Partito Democratico, pur senza nominarli) fino a martedì prossimo, 27 agosto, per comunicargli se siano o meno in grado di formare un nuovo governo.

In caso contrario, si andrà al voto.