Chiunque sia in possesso di una SIM – e chi non ne ha una? – sa perfettamente quanto sia diventato facile essere aggrediti dai cosiddetti “servizi in abbonamento a pagamento”, che nulla hanno a che fare con gli operatori telefonici, quanto piuttosto con l’abitudine, ormai diffusissima, di navigare sul web attraverso lo Smartphone.
E’ un sistema molto ben congegnato, che permette ai titolari di questi “servizi in abbonamento” di aggredire gli utenti, utilizzando sempre più spesso metodi al limite della liceità: in pratica, mentre si naviga sul web dal proprio Smartphone, può accadere all’improvviso che appaia una pagina che sembra più che altro una pubblicità.
Molti cercano di chiudere la pagina, cliccando sulla “X” che appare lateralmente, ma invece di terminare quella sessione, ha di fatto accettato un servizio in abbonamento, il cui costo – normalmente relativo alla prima settimana – viene immediatamente detratto o dal conto della SIM ricaricabile o sarà visibile sulla prossima bolletta, in caso di abbonamento.
Oppure, ecco arrivare un SMS – cosa che può accadere quando si inserisce il proprio numero di cellulare ad esempio per iscriversi a un sito web. L’SMS avverte che un servizio in abbonamento è stato attivato. Ma chi lo ha mai attivato? Andando a verificare il saldo della propria SIM poi, ecco l’amara sorpresa: è stato scalato del credito, e non ne sapevamo nulla. Che rabbia!
Insomma: una vera e propria truffa, da cui pochi si salvano dal momento che – purtroppo – queste organizzazioni sono riuscite a stipulare degli accordi con gli operatori telefonici, che consentono questo vero e proprio abuso.
Il metodo più sicuro per liberarsi da "servizi" in abbonamento non richiesti è quello di disattivarli, ma solo chiamando il proprio fornitore telefonico, così da evitare addebiti telefonici indesiderati, spesso motivo stesso della truffa.