"Questa notte la destra ha votato per un innalzamento del tetto del contante, una retromarcia rispetto alla strada che ho intrapreso in questi anni al Governo con la spinta sul cashback, la digitalizzazione e la tracciabilità dei pagamenti. Una mossa che – come indica anche uno studio di Bankitalia del 2021 – finisce per favorire l'economia sommersa. In un Paese con circa 100 miliardi annui di evasione non si dovrebbero costruire scorciatoie per il malaffare, ma nuove strade, nuove scuole, nuovi ospedali proprio con le risorse recuperate da circuiti illegali. Risorse che, come ho sempre detto, ci permetterebbero anche di abbassare le tasse a tutti. L'unica ricetta per abbassare le tasse è questa: paghiamo tutti, affinché tutti paghino meno.A parole molti si dichiarano paladini della legalità e del contrasto alle truffe. Noi lo siamo da sempre, ma con le azioni, non con gli slogan. E agli altri diciamo che non si può esserlo a giorni alterni e per mera convenienza".

Così Giuseppe Conte, 5 Stelle, ha commentato quanto è accaduto la notte scorsa alla Camera, dove l'esecutivo è andato sotto quattro volte sugli emendamenti al decreto legge Milleproproghe.

E così oggi, dopo esser stato ricevuto da Mattarella, quando il premier Draghi nel pomeriggio si è incontrato a Palazzo Chigi con i capi delegazione dei partiti in vista del CdM di venerdì, ha fatto loro presente che senza la compattezza della maggioranza in Parlamento sarà difficile andare avanti. 

I capidelegazione hanno allora tentato di minimizzare l'accaduto catalogandolo  alla voce "dinamica parlamentare", ma Draghi - secondo la ricostruzione fatta dall'Ansa e riportata di seguito - "ha ribattuto con nettezza che si tratta invece di sostanza e merito politico. E al riguardo ha ricordato che il Capo dello Stato Mattarella lo ha voluto a capo del governo per fare determinate cose che devono essere portate avanti, come ad esempio la concorrenza, la giustizia, gli appalti.Draghi ha spiegato che non sfugge a nessuno il fatto che provvedimenti approvati all'unanimità in CdM poi vengano smentiti con atteggiamenti che negano l'unanimità iniziale. Bisogna quindi recuperare un rapporto politico per concludere e ottenere risultati, tutto va tradotto in azione.Il presidente ha fatto l'esempio della delega fiscale: così non si può andare avanti, questo governo non esiste per stare al potere, non faccio buon viso a cattivo gioco, sto qui per fare cose e per idealismo. La questione è politica e se non si riprende un percorso fattivo orientato ad ottenere i risultati, questa questione politica diventa un problema".

Avrà effetto la strigliata di Draghi? Sicuramente sì, almeno finché non saranno messe nero su bianco "tutte" le cose che contano veramente per i partiti, come ha ben spiegato al Sole 24 Ore il ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti:

"L'idea è varare nel Consiglio dei Ministri di venerdì un fondo unico per l'automotive che poi sarà declinato dai ministeri sia sotto il profilo degli incentivi sia sull'altro corno del problema industriale che abbiamo di fronte, cioè l'aiuto alla riconversione della nostra catena produttiva.... Sul piatto circa 1 miliardo di euro l'anno. Pensiamo che abbia senso solo attivare azioni pluriennali ... non dobbiamo fermarci all'elettrico anche per favorire l'acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Dobbiamo discuterne anche con il ministero della Transizione ecologica, ma la nostra proposta arriva fino a 135 grammi di Co2 per km perché abbiamo la responsabilità di incentivare anche una quota di produzione nazionale.... Bisogna dare risposte alla sfida che è colma di rischi della transizione dell'auto, perché tutta la nuova frontiera dell'elettrico implica un minore impiego di manodopera. La produzione di auto in Italia nel 2020 è scesa a un quarto delle auto prodotte in Spagna. O riusciamo a tenere e anche a consolidare la produzione nazionale o ci mettiamo in una situazione complicata.... Si deve fare in modo che la produttività e il costo del lavoro siano concorrenziali con altre potenziali localizzazioni. Siamo convinti che Stellantis, e la gigafactory a Termoli che supporteremo con 369 milioni di risorse pubbliche lo dimostra, debba continuare a essere ingaggiata in Italia, ma non è così scontato e non è così obbligato per loro farlo".

Quindi, per coloro che ancora non lo avessero capito, ecco a cosa servono i soldi del Pnrr e perché il governo è ancora in piedi. Non appena Stellantis e aziende dello stesso livello avranno ricevuto garanzie sulle loro quote di finanziamento, gli italiani saranno finalmente chiamati alle urne per votare gli attuali parlamentari  in modo da consentire loro di continuare ad avere un mestiere anche grazie alla prossima legislatura, dove potranno nuovamente elargire nuovi finanziamenti a Stellantis & Co... come accade ormai da anni e anni. D'altra parte, sono lì per questo.