È in diminuzione (rispetto ai tamponi fatti) il numero di nuovi contagiati da SARS-CoV-2, anche se il numero di nuovi casi, 32.191 nelle ultime 24 ore, è in aumento con 208.458 tamponi effettuati, 56mila in più rispetto a ieri .   

È infatti del 15,44 (dal 17,91 di ieri) la percentuale odierna di contagiati in rapporto al numero di tamponi effettuati. Il totale dei contagiati è arrivato a 1.238.072.  

Tra le regioni con il maggior numero di casi, la Lombardia ne ha registrati 8.448 con 38.283 tamponi, seguita da Veneto (3.124), Campania (3.019), Piemonte (2.606), Lazio (2.538),  Toscana (2.361), Emilia-Romagna (2.219), Sicilia (1.698) e Puglia (1.234).

Il numero totale degli attualmente positivi è di 733.810 (ieri erano 717.784). Tra i positivi, 3.612 (ieri erano 3.492) sono in cura presso le terapie intensive, 33.074 (ieri 32.536) sono ricoverati con sintomi e 697.124 (ieri erano 681.756) sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.

Il numero complessivo di dimessi e guariti sale a 457.798 dai 442.364 di ieri.

Oggi sono 731 i decessi, nuovo "record" (negativo) di morti nella seconda ondata, con il totale che sale a 46.464. Questi numeri non si registravano dal picco del contagio di fine marzo, inizio aprile.


In una nota, il ministero della Salute rende noto che nell’ultima settimana sono state effettuate 232 ispezioni presso strutture sanitarie e socio-assistenziali, quali Residenze Sanitarie Assistite (RSA) e di lungodegenza, case di riposo, comunità alloggio, ecc., per verificare se venivano rispettate le misure di contenimento e prevenzione alla diffusione epidemica.

In 37 strutture sono state riscontrate irregolarità, contestando, complessivamente, 59 violazioni, di cui:

  • 9 penali
  • 43 amministrative

deferendo all’autorità giudiziaria 11 persone e segnalandone ulteriori 42. In particolare, gli esiti hanno evidenziato 24 violazioni in materia di misure di prevenzione alla diffusione da COVID-19 (pari al 40% complessivo delle irregolarità riscontrate), riconducibili all’assenza di piani preventivi anti-COVID e, in 9 episodi, alla loro mancata attuazione, come l’individuazione di percorsi e aree dedicati, le modalità di gestione dei casi e di comunicazione all’autorità sanitaria, la programmazione delle fasi di pulizia e sanificazione, le prescrizioni per l’accesso dei visitatori in condizioni di sicurezza.

In misura minore sono state rilevate anche infrazioni relative al possesso e uso di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) da parte degli operatori, sia assistenziali che impiegati in altre mansioni, alla formazione dei dipendenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e alla presenza di igienizzanti e disinfettanti.

Le verifiche hanno evidenziato anche 35 irregolarità inerenti al livello di assistenza fornita agli ospiti e l’adeguatezza strutturale dei locali, individuando operatori privi di adeguata qualifica professionale, presenza di un numero superiore di anziani rispetto al limite previsto e carenze igieniche nella preparazione dei pasti.

In 4 situazioni sono emerse criticità particolarmente gravi tali da richiedere un immediato provvedimento di sospensione dell’attività assistenziale.


Di seguito, invece, l'ultima analisi della situazione epidemiologica al 17 novembre nella conferenza stampa a cui hanno partecipato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il Direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, Gianni Rezza, oltre a Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler.