La parlamentare europea Francesca Donato  esce dalla Lega. Tre i motivi alla base della sua scelta:

"la necessità di mantenere una coerenza con i valori e i principi fondamentali del nostro ordinamento che io ritengo basilari, che sono anche i miei fondamenti etici: il valore ed il diritto alla libertà dell'individuo, garantita dalla Costituzione come inviolabile; il valore e il diritto al lavoro che dev'essere tutelato in ogni sua forma; il diritto alla libertà di autodeterminazione nelle scelte riguardanti anche la salute, riguardanti il proprio corpo; il diritto all'uguaglianza di tutti i cittadini... dalla razza (sic!), dalla categoria sociale, ma anche indipendentemente dalle opinioni politiche, dalle convinzioni personali; il diritto alla libertà di espressione...La seconda regione è, consequenzialmente, la incompatibilità della mia permanenza in un partito che appoggia il governo Draghi con il rispetto di questi diritti e di questi valori, in quanto ritengo, in coscienza, che molte delle decisioni e delle scelte portate avanti da questo governo siano in contrasto  con tali diritti e con tali principi, che per me sono inviolabili ed inderogabili, e poiché ritengo che il dovere per ogni cittadino di fedeltà alla Repubblica superi in specie per un politico il dovere anche di fedeltà a un partito, ritengo di fare questa scelta.In terzo luogo, per me è necessario recuperare una indipendenza di pensiero e di azione, vista la delicatezza e la gravità del momento storico in cui ci troviamo, in cui appunto i diritti fondamentali degli individui dei cittadini italiani sono gravemente violati o minacciati... ed è necessario per me adottare una iniziativa utile a contrastare questa deriva antidemocratica e quindi essere indipendente e quindi non creare anche imbarazzi, difficoltà al partito con le mie posizioni che si pongono al di fuori della linea indicata dal segretario e, a volte, in contrasto anche con essa... è a mio avviso la soluzione più equa, più congrua, nell'interesse di tutti".

E adesso dove andrà la Donato? 

"La mia scelta di uscire dal partito non riguarda la permanenza nel gruppo al Parlamento Europeo Identità e Democrazia del quale continuerò a fare parte e per il quale continuerò a svolgere il lavoro che ho svolto fino adesso nelle varie commissioni di cui faccio parte".

In pratica, pur riconoscendo stima e affetto a Matteo Salvini per l'eternità, la Donato non salterà subito tra le braccia della Meloni... per una questione di buon gusto ed eleganza. Quindi, inizialmente, continuerà a svolgere il proprio lavoro al Parlamento europeo nel gruppo della Lega, fintanto che non verrà messa alla porta, ma già adesso guardandosi intorno, in modo da interloquire con altre forze politiche... per l'appunto!


Dopo le dichiarazioni di facciata, adesso veniamo a quelle "fuori dai denti" riportate dai media."La linea del no al green pass, pur condivisa da larga parte della base, è diventata minoritaria. Prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e quella dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall'imbarazzo"."Salvini si trova in una posizione delicata. Rappresenta un partito con diverse anime, ma c’è una prevalenza della linea dei presidenti di Regione e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi. Il segretario ha cercato di dare forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul Green Pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato, non giudico il suo lavoro". "Beh, all’interno della segreteria del partito Salvini è in minoranza, anche perché non sono state poste condizioni chiare  per la permanenza nel governo e molte scelte del governo non sono state condivise dalla base elettorale". "Non pensate che le voci contrarie alla linea pro-governo, fra gli eletti, siano sono quelle di Borghi, Bagnai o Siri. C’è un forte dissenso interno che, laddove non sarà composto, non potrà che emergere: potrà verificarsi pure una scissione".