Il democratico Berlusconi, colui che ai microfoni pretenderebbe di impartire lezioni di democrazia a tutti, ha finalmente gettato la maschera!

Ora finalmente sappiamo che per il padre-padrone di FI l’idea di democrazia consiste solo nello scimmiottare la “cena delle beffe”, parafrasando insieme ai suoi staffieri “chi non vota per me peste lo colga”!

Che Berlusconi fosse uno sberleffo alla democrazia, comminato agli italiani da un perverso destino, già lo si era compreso nei troppi anni in cui ha governato il Belpaese.

A non rendersene conto sono stati quei milioni di elettori che, con perverso masochismo, hanno continuato a votare per anni il reuccio di Arcore.

È accaduto, però, che il 4 marzo 2018 altrettanti milioni di italiani si sono svegliati dalla narcosi e con il loro voto hanno reclamato con forza il cambiamento risoluto di uno stato di cose oramai intollerabile.

Ecco perché Berlusconi, messo in un angolo dal voto degli elettori, ha gettata la maschera di falso democratico ed ha scagliato il suo anatema contro gli “italiani che hanno votato molto male”.

A dire il vero già nel dicembre 2007 Berlusconi aveva manifestato di non nutrire rispetto né per i cittadini elettori né per il voto democratico.

A Milano, infatti, durante un raduno elettorale con Confcommercio, dichiarò: “chi vota a sinistra è un coglione”.

Un individuo che non accetta il voto espresso liberamente dai cittadini ignora “l’ABC della democrazia”.

Ora, lungi da me l’idea di giustificarlo, però mi sembra evidente che siano parole di un soggetto affetto da una schizoide narcisistica così grave da indurlo a reagire in modo inconsulto, ed insulta e denigra tutti coloro che contrariano i suoi modi di credersi al centro dell’universo.

Per questo Berlusconi è andato fuori di testa ed ha ritenuti ostili, e perciò in errore, i milioni di elettori che hanno votato per il M5S e, perché no, anche per la Lega.

Dopo essersela presa, però, con gli elettori non poteva non riproporre, in queste ore, la sua tiritera di ingiurie e villanie anche nei confronti di Di Maio e del M5S che politicamente non lo considerano e da sempre lo contrastano.

“I cinque stelle, ha detto Berlusconi parlando a Campobasso, non sono un partito democratico. Sono il partito dei disoccupati. A Mediaset pulirebbero i cessi”, per aggiungere poi “il M5S è il partito di chi vuole raggiungere il potere per togliere a chi ha e prenderlo per sé”.

Con la sola variante dei “cessi”, ma evitando di accusare il M5S di “mangiare i bambini”, il reuccio di Arcore ripropone oggi, nel suo sclerare, le stesse accuse ed invettive che dagli anni ’90 in poi ha rivolte ai comunisti!

In un qualsiasi paese normale di Berlusconi non si sentirebbe più parlare da molti anni.

In Italia, invece, dobbiamo subire che il pregiudicato continui a imperversare nei media con la compiacenza servile di pennivendoli prezzolati, che farnetichi a ruota libera in ogni dove senza contraddittorio, che incida sulla vita politica pur da incandidabile ed ineleggibile, e perfino che sia ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato e con il saluto militare dei corazzieri.