Nel Consiglio Ue che si è tenuto il 14 e 15 dicembre il risultato più significativo è stato il via libera, deciso senza il voto dell'Ungheria, all'apertura dei negoziati diretti con Ucraina e Moldavia per il loro ingresso nell'Ue, come ha annunciato giovedì sera il presidente Charles Michel, commentandolo come un segnale politico molto forte contro la Russia.

Un "segnale politico" ribadito nelle conclusioni di giornata, dove l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno dichiarato di essere determinati nel voler "contribuire, a lungo termine e insieme ai partner, agli impegni in materia di sicurezza a favore dell'Ucraina, che aiuteranno il paese a difendersi, a resistere agli sforzi di destabilizzazione e a scoraggiare atti di aggressione nel futuro", aggiungendo però che "il sostegno militare e gli impegni in materia di sicurezza saranno forniti nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri e tenendo conto degli interessi di tutti gli Stati membri in materia di sicurezza e di difesa".

In compenso, nella nota si legge che "di fronte al proseguimento degli attacchi russi contro le infrastrutture civili e critiche dell'Ucraina, l'Unione europea e i suoi Stati membri intensificheranno la fornitura all'Ucraina di ulteriore assistenza umanitaria e di protezione civile, nonché di assistenza per garantire la resilienza del settore energetico del paese durante l'inverno. Inoltre, l'Unione europea resta determinata a sostenere, in coordinamento con i partner internazionali, la riparazione, la ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, compresi il processo di sminamento e la riabilitazione psicosociale".

Da sottolineare anche la condanna per "la Russia e i suoi dirigenti [che]devono essere chiamati a rispondere pienamente della guerra di aggressione condotta nei confronti dell'Ucraina e di altri crimini di estrema gravità ai sensi del diritto internazionale, come pure degli ingenti danni causati dalla guerra. Il Consiglio europeo incoraggia a compiere ulteriori sforzi, anche in sede di Core Group, al fine di istituire un tribunale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina che goda del più ampio sostegno a livello interregionale e della più ampia legittimità, nonché un futuro meccanismo di risarcimento; ribadisce il proprio sostegno al registro dei danni causati dall'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina istituito dal Consiglio d'Europa, quale primo passo tangibile in questa direzione. Invita inoltre tutti gli Stati a firmare e a ratificare in tempi rapidi la convenzione di Lubiana-L'Aia sulla cooperazione internazionale in materia di accertamento e perseguimento del genocidio, dei crimini contro l'umanità, dei crimini di guerra e di altri crimini internazionali. Il Consiglio europeo ribadisce altresì il suo sostegno ai lavori della Corte penale internazionale e condanna i perduranti tentativi della Russia di minare il suo mandato internazionale e il suo funzionamento".

Ma per ora i 50 miliardi promessi a Kiev con il consenso di 26 Paesi membri (17 miliardi di sovvenzioni e 33 di prestiti per i prossimi 4 anni) non potranno essere sbloccati perché il premier ungherese Viktor Orban si è rifiutato di dare il proprio assenso, finché nel bilancio dell'Ue non verranno considerati anche i fondi destinati all'Ungheria e tuttora bloccati a causa di leggi che violano i principi fondativi dell'Unione:

"Ho sempre detto - ha dichiarato Orban in un'intervista a una radio ungherese - che se qualcuno vuole modificare il bilancio, allora è una grande opportunità per l'Ungheria per chiarire che deve ottenere ciò a cui ha diritto.

E a proposito di bilanci, nel documento che riassume le conclusioni del Consiglio pubblicato venerdì, vediamo che non ci sono schiarite sugli altri temi che caratterizzavano la riunione, patto di stabilità e Mes, rimandati all'inizio del prossimo anno.

Da sottolineare anche il modo in cui il Consiglio europeo ha affrontato ciò che sta accadendo a Gaza:

"MIDDLE EAST
The European Council held an in-depth strategic debate on the Middle East".

Tutto qui? Tutto qui. E questo dovrebbe riassumere l'uccisione di più di 20mila civili palestinesi, il ferimento di oltre 50mila e la distruzione delle infrastrutture e del 60% degli edifici presenti nella Striscia.

Di contro, i 27 Paesi membri hanno espresso ben più viva preoccupazione per antisemitismo, razzismo e xenofobia:

"FIGHT AGAINST ANTISEMITISM, RACISM AND XENOPHOBIA
Seriously concerned about recent alarming incidents, the European Council reiterates its condemnation in the strongest possible terms of all forms of antisemitism and hate, intolerance, racism and xenophobia, including anti-Muslim hatred. It recalls in this context the European Union Anti-racism Action Plan and the European Strategy on combating antisemitism and fostering Jewish life, the swift implementation of which is essential for the security of Jewish communities".

Un problema, quest'ultimo, effettivamente gravissimo e drammatico, come dimostrato da quanto accaduto in Italia dove ci sono state alcune migliaia di persone che hanno avuto il coraggio di manifestare in supporto dei palestinesi, mentre a Roma sono state sporcate ben due pietre d'inciampo a ricordo degli ebrei deportati in Germania e sui muri del ghetto ebraico della capitale la stella di David è stata paragonata alla croce runica, simbolo del nazismo.

Fatti atrocissimi che evidentemente per i leader dell'Ue mettono in secondo piano lo sterminio di oltre 20mila civili di cui oltre 7mila sono bambini... a cui non hanno avuto neppure il coraggio di fare cenno.