Si divide, per il momento, il fronte dei benzinai: giovedì nuovo incontro al MIMIT
Divise le rappresentanze dei benzinai sulle risposte avute martedì nell'incotro con il governo. Per Faib si è fatto un passo avanti, mentre per Fegica e Figisc il giudizio sul decreto, che secondo il ministro Urso è indirizzato a contenere ogni tentativo di speculazione, rimane negativo.
La Faib Confesercenti vede il bicchiere mezzo pieno, con il presidente Sperduto che fa dichiarato che "il Governo sta lavorando a soluzioni diverse rispetto al cartello, anche informatiche, che pur garantendo la massima trasparenza sugli impianti non impongano oneri quotidiani eccessivi ai gestori, disinnescando la questione delle sanzioni. Sarebbe la strada giusta. Speriamo si concretizzi. Lo sciopero per noi resta congelato in attesa di un nuovo incontro al MIMIT, giovedì mattina alle 9:30, in cui si discuteranno questi temi".
Di tutt'altro avviso Fegica e Figisc: "Il Governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti. Immaginando evidentemente di poter continuare ad ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai".
Per tale motivo, entrambe le associazioni hanno confermato lo sciopero di fine gennaio, definendo il decreto "pasticciato ed inefficace, a cui sarà necessario mettere mano pesantemente in sede di conversione. Abbiamo proposto con serietà al Governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore ed al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l'obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti".
Inoltre, Fegica e Figisc non hanno digerito che il Governo voglia continuare ad addossare ai benzinai la responsabilità del rincaro dei carburanti, dato che i prezzi di benzina e diesel - hanno precisato - sono aumentati perché il governo ha deciso di non prorogare il taglio delle accise, lamentando anche le conseguenze negative derivanti da una fiscalità eccessiva.
Da parte sua, il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha detto di aver "manifestato l'intenzione del governo ad ascoltare a migliorare ad accogliere quelle loro richieste che possono essere in piena sintonia rispetto alla necessità di dare Maggiore trasparenza sulla dinamica dei prezzi e consentire effettivamente di contenere ogni tentativo speculativo".