Continuano anche questo mercoledì le proteste di ambulanti e mercatali  per le riaperture... da nord a sud. A Torino i mercatali hanno montato i loro banchi scrivendo "Merce non in vendita".

Una protesta cha ha alla base una motivazione che non fa una piega: senza poter lavorare è impossibile sopravvivere, anche a causa del fatto che gli aiuti promessi non sono arrivati.

"Capiamo la loro posizione", ha detto Alberto Sacco, assessore del Comune di Torino al Lavoro e alle Attività Produttive, aggiungendo che "anche la sindaca ieri e da tempo ha già detto di ritenere un po’ curioso il fatto che alcuni prodotti non possano essere venduti al mercato ma possano essere venduti da altre parti". 

A Napoli alcune persone in rappresentanza degli aderenti a Confesercenti di 15  categorie merceologiche (benzinai, ambulanti, orafi e gioiellieri, moda, esercenti pubblici, imprese balneari, guide turistiche e interpreti, case vacanza e ostelli, parrucchieri ed estetiste, federazione turismo, sindacato delle discoteche) hanno portato in piazza Plebiscito altrettante croci (di cartone) a simboleggiare le difficoltà che gravano in questo momento su imprenditori, commercianti ed artigiani.

Ma le proteste, pacifiche, hanno interessato anche altre città, tra cui Pistoia e Taranto.  

E questo a cui stiamo assistendo è solo la punta dell'icerberg, perché ci sono anche i dipendenti delle aziende private che rischiano il posto, tema su cui è intervenuto oggi il segretario della Cgil Maurizio Landini che,  in audizione sul decreto sostegni alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, ha chiesto di estendere per tutti fino al 31 ottobre il blocco dei licenziamenti.