Le sanzioni alla Russia sicuramente hanno avuto, stanno avendo e avranno un impatto... sui Paesi dell'Unione europea.

In parte ciò è dovuto alla dipendenza dalle fonti di approvvigionamento di energia fossile, gas in primis, e di altre materie prime necessarie alla produzione industriale in molti settori a partire da quelli tecnologici, dall'altra dal venir meno alle consolidate relazioni che vedevano nella Russia uno sbocco commerciale importante. Poi, c'è la questione alimentare che riguarda grano, cereali, fertilizzanti...

Inoltre, la necessità dell'occidente di allargare il più possibile le sanzioni nei confronti di Mosca anche da parte di altri Paesi ha causato e sta causando ulteriori problemi.

E in Russia? La macchina della propaganda e della censura del regime di Putin impedisce di avere un quadro reale dell'impatto delle sanzioni in tutto il Paese, dalla Russia delle città molto simili a quelle occidentali fino alla Russia contadina dei villaggi sperduti in località difficilmente raggiungibili. 

Comunque, qualcosa al riguardo possono svelarlo un paio di notizie pubblicate dalla Tass.

La prima riguarda la decisione di Gazprom di non pagare i dividendi ai propri azionisti. Il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov, in un'intervista a Vedomosti ha però cercato di rassicurare gli investitori in questi termini:

"Il rifiuto temporaneo di pagare i dividendi non significa che ciò continuerà anche nei prossimi anni. Gli azionisti devono capire che preservare le risorse per lo sviluppo degli investimenti, al contrario, darà loro maggiori opportunità di ricevere buoni ritorni in futuro".

Anche le vendite di nuove autovetture in Russia diminuiranno quest'anno del 28%, a causa dell'attuale situazione macroeconomica, con una previsione di ulteriore peggioramento che, in caso di inasprimento delle sanzioni, potrebbe causare una diminuzione delle vendite fino del 50%. Lo scorso anno in Russia - 144 milioni di abitanti - sono state vendute 1,5 milioni di nuove auto.

Quindi, come possono dirci questi due dati, anche in Russia, le sanzioni stanno producendo problemi reali che ricadono direttamente sulla popolazione.

Ma il presidente ucraino non è comunque soddisfatto. Sul suo malumore pesa la turbina a gas che il Canada, con il placet di Bruxelles ottenuto tramite i buoni uffici della Germania, sta riconsegnando a Gazprom per completare i previsti lavori di manutenzione sul gasdotto Nord Stream:

"Il Ministero degli Affari Esteri - ha dichiarato ieri sera Zelensky - ha dovuto convocare il rappresentante del Canada nel nostro Paese a causa di una deroga assolutamente inaccettabile al regime di sanzioni contro la Russia. Non si tratta solo di una turbina per il Nord Stream, che il Canada non dovrebbe avere, ma che ha comunque deciso di riconsegnare alla Russia... si tratta di regole.Se uno stato terrorista può usufruire di una tale deroga alle sanzioni, quali altre deroghe potranno essergli concesse domani o dopodomani? Questa ipotesi è molto pericolosa.... e non solo per l'Ucraina, ma anche per tutti i Paesi del mondo democratico.La decisione sulla deroga concessa al Canada sarà percepita da Mosca unicamente come una manifestazione di debolezza. Questa è la logica russa. E ora, non c'è dubbio che la Russia cercherà non solo di limitare il più possibile, ma di chiudere completamente la fornitura di gas all'Europa nel momento in cui il conflitto dovesse aumentare d'intensità. Questo è ciò a cui dobbiamo prepararci, perché questo è ciò che ora è stato suggerito a Mosca.Infatti, ogni concessione in tali condizioni è percepita dai vertici russi come un incentivo per ulteriori e più forti pressioni.Questa decisione su una turbina, che porta a molti altri problemi, può ancora essere rivista. La Russia non ha mai rispettato le regole nel settore energetico e non lo farà certamente adesso a meno che non sia costretta".

Come ci dimostrano questi esempi concreti, è impossibile conoscere a breve le conseguenze delle sanzioni nei confronti della Russia e su chi, tra Russia ed Europa (l'impatto sugli Stati Uniti è limitato), sarà il soggetto ad esserne maggiormente danneggiato. 

La situazione attuale dovuta dalla dipendenza dell'Ue dalla Russia, potrebbe inoltre riproporsi in futuro anche con la Cina. Basti pensare, solo per fare un esempio, che per attuare la transizione verso un'energia verde e più sostenibile, l'Ue ha come principale fornitore la Cina, da cui acquista il 50% delle materie prime necessarie a investimenti e produzione in quel settore.

Come si può facilmente comprendere, il mondo globalizzato funziona meglio con la pace. Il problema è far coincidere la pace e gli interessi economici con i principi del diritto internazionale (nel rispetto dei diritti umani), che, in alcuni casi, vengono palesemente ignorati senza che questo costituisca scandalo alcuno, a partire dalle stesse Nazioni Unite!

È tutto difficilmente complicato.